Ci hanno liberati, speriamo per sempre, da un terribile razzista inglese!

È davvero una bella notizia questa. Mi sarebbe piaciuto solo che con questo delinquente finissero dentro anche i genitori, vergognosi educatori e che, l’Aston Villa, di cui è tifoso, non solo gli impedisse di ritornare allo stadio per sempre, ma che gli facesse tirare una serie di pallonate da tutti i giocatori neri presenti in rosa, o almeno da Zaha, il giocatore del Crystal Palace, che è stato il bersaglio dei suoi attacchi vergognosi.

Viva. La vicenda di un ragazzino di dodici anni che viene arrestato, perché ha scritto un messaggio, indubbiamente razzista, contro l’attaccante Zaha, prima che questi scendesse in campo contro l’Aston Villa, la squadra di cui era tifoso il ragazzino, mi ha fatto pensare. Zaha non ha segnato. L’Aston Villa ha vinto e potrà ancora sperare di rimanere in Premier. Che Zaha non abbia segnato per le minacce del ragazzino che gli diceva che sarebbe andato a trovarlo vestito da fantasma, non perché amante come tutti gli inglesi dei fantasmi alla Oscar Wilde, ma con un chiaro riferimento agli incappucciati del Ku Klux Klan, o che non abbia segnato perché il Crystal Palace non ha più niente da chiedere a questa Premier, infatti ha perso le ultime cinque partite, poco importa. Il fatto è che il ragazzino è in carcere, speriamo con la chiave data in pasto ai leoni, e che la società Aston Villa ha mostrato il pugno duro contro il razzismo. Tutto molto bene.

Ma un dubbio sorge, almeno a me, e se per il tono che voleva essere sarcastico, vi starete chiedendo se mi scrive i testi Salvini, vi rispondo di no, anche perché c’era l’inaugurazione di una nuova creperia sotto casa sua e non sarebbe stato disponibile.

Il dubbio che sorge, finalmente ci siamo, è se una reazione del genere, l’arresto di un bambino, l’espulsione a vita di un bambino, non siano l’ennesima modalità da tappabuchi. La toppa, meglio se appiccicata con violenza, per far vedere come siamo bravi, capaci di intervenire prontamente e duramente. Ma se il problema è strutturale questa modalità è efficace? Perché un ragazzino che scrive questi messaggi è un problema, ma credo che il vero problema non sia lui, ma ciò che respira intorno, e quell’intorno non credo nemmeno lo si possa circoscrivere limitatamente ai genitori.

Mi pare che a suo modo, questo intervenire, sia sempre un finto intervenire, come a dire, le cose funzionano, c’è la mela marcia, e noi risolviamo seduta stante.

Ma la sensazione che il problema sia profondo e strutturale, perciò ritenuto irrimediabile, viene dal fatto che se si arresta e soprattutto si espelle a vita un bambino/ragazzino di dodici anni, significa che non si prevede la possibilità di recuperare nemmeno uno di questa età.

Dodici anni, c’è tempo che capisca, o almeno ce ne sarebbe il tempo, ma la volontà, non sua, ma della società tutta, quella c’è?

Non mi piace parlare dei potenti, dei “loro” inarrivabili e cattivi, cercando di togliere responsabilità alle persone, ma qua stiamo parlando di un’età, che se la si blocca, esclude e allontana per sempre, significa che si ha la consapevolezza di non poter cambiare la visione delle cose della gente, perché se non la si ha con un dodicenne, non la si avrà di certo con gli adulti.

Ecco il dubbio allora; c’è la voglia di cambiare le cose? O si continuerà a cercare rimedi circoscritti, limitati, convinti che le cose vadano bene così, a parte qualche brutta eccezione? È faticoso cercare di non limitarsi alle toppe, tentando di cambiare la struttura nel suo insieme, ma sia che sia rapido o fatto a piccoli passi, rimane l’unico cammino percorribile.