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I giocatori di calcio a Gaza vivono oggi più che mai in difficili condizioni. L'inarrestabile diffusione del covid-19 all'interno della Striscia e il crescente numero di contagiati hanno imposto una nuova realtà a tutti i settori, compreso quello sportivo, il quale dalla scorsa stagione è stato più di una volta colpito da rinvii ed arresti.
 
La continua sospensione delle attività ha colpito i giocatori su più piani, a partire dall'incapacità dei club di pagare gli stipendi. I diritti ed i contratti stagionali hanno subito pesanti variazioni ed il valore di mercato di tutti i giocatori è diminuito rispetto alle stagioni precedenti.
 
Per quanto concerne il livello tecnico, il fatto che i giocatori non stiano giocando da parecchio tempo, influisce in modo significativo sulle prestazioni e di conseguenza le aspettative sugli standard richiesti vengono disattese.
 
Queste nuove circostanze hanno causato ulteriori effetti negativi: l'impossibilità di richiedere gli elenchi delle squadre nazionali dei tornei in corso in Cisgiordania, la mancanza di chiarezza sul futuro dei campionati a Gaza e una rappresentazione negativa dei calciatori verso l'esterno, tenendo conto delle continue crisi finanziarie che affliggono i club.
 
Uno dei problemi più pressanti di cui soffrono i giocatori di Gaza oggi, è la mancanza di una reale motivazione in un momento in cui ci sono molte ragioni per ritirarsi, in primis l'assenza di un'attenzione per i campionati della striscia. E' come se la competizione non fosse interessante tanto quanto i match al di fuori dei confini, e che le rimanessero solo conflitti e litigi senza il minimo beneficio per nessuno.
 
(Articolo tradotto dalla testata GazaPost: Gaza's players living in difficult conditions on three levels)