La protesta degli indiani Sioux a Standing Rock, nel North Dakota contro la costruzione dell’oleodotto DAPL che danneggerebbe le risorse idriche e i luoghi sacri dei nativi americani, va avanti da mesi e le notizie degli scontri con le forze dell’ordine, degli arresti e della mobilitazione imperterrita di indiani e non stanno facendo il giro del mondo.

 

Una protesta che non parla solo di una lotta ambientalista, ma evoca la colonizzazione USA ed il mancato riconoscimento dei diritti dei nativi americani. Le proteste che stanno avvenendo proprio recentemente a Cleveland ne danno conferma. Uno dei loghi più celebri della Major League di Baseball, lo “Chief Wahoo” dei Cleveland Indians, è stato al centro di proteste durante la scorsa settimana nella città dello Ohio. Lo scorso martedì all’esterno dello stadio di baseball di Cleveland, centinaia di nativi americani hanno protestato contro l’uso del logo dei Cleveland Indians, considerato denigratorio e razzista nei confronti della loro cultura. "Quello che speriamo di raggiungere è quello di portare nuova consapevolezza di questo problema e risolverlo eliminando il nome e il logo" – ha dichiarato Philip Yenyo ad Al Jazeera, direttore esecutivo della American Indian Movement dell'Ohio che ha guidato la protesta al di fuori dello stadio di baseball “Progressive Field” durante la manifestazione. "I Cleveland Indians sostengono anche che hanno una storia, che vogliono preservare. Per me, credo che la loro storia sia piena di genocidio ". Secondo Yenyo, come riportato nell’articolo di “Telesurtv.net” dal titolo “Native Americans Protest 'Genocidal' Cleveland Indians Logo”, la squadra di baseball di Cleveland, nel continuare ad usare il loro logo e nome, sta sostenendo una lunga serie di abusi razzisti ed un genocidio culturale. Qualche settimana fa Douglas Cardinal, architetto ed attivista nativo americano, si è visto respingere dal giudice all’interno di una causa legale, la propria richiesta di impedire ai Cleveland Indians di utilizzare il loro nome ed il loro logo.