Di seguito l’intervista a Gabriele, uno dei soci fondatori di una squadra di calcio popolare con una storia abbastanza recente: il Palermo Calcio Popolare, che oggi milita in prima categoria.

Due anni di attività sportiva e due promozioni: qual è stato il vostro rapporto ed impatto sociale con la città di Palermo? In quanti vi hanno seguiti?

Siamo partiti quasi per scherzo in 13 riuniti davanti ad una birra, nel Pub di uno dei nostri soci, che è anche la nostra sede. Come si può immaginare dopo qualche birra si dicono tante cose, molte delle quali il giorno dopo non si ricordano nemmeno … e invece una certa idea il giorno dopo la ricordavamo tutti, e ci abbiamo cominciato a lavorare. Abbiamo creato dopo varie discussioni uno statuto che raccoglie al suo interno i valori che stanno alla base della nostra idea di calcio: tra le altre cose, maglia senza sponsorizzazioni, numeri dall’ 1 all 11, rifiuto di ogni differenza di genere, sesso, razza, religione, etnia, livello sociale l’idea che il calcio debba essere accessibile a tutti, niente soldi ai giocatori.

Il nostro statuto è la base di ogni nostra scelta, è il nostro punto di riferimento.

Da qui abbiamo cominciato a cercare i giocatori; siamo partiti da un piccolo nucleo che avevamo perché legati al nostro Mister (che è uno dei soci fondatori) dalle sue precedenti esperienze, ma avevamo bisogno proprio di ancora più materia prima, e così abbiamo cominciato a promuovere su Facebook dei provini. Lo abbiamo fatto con la goliardia che ci contraddistingue: infatti scrivevamo che cercavamo gente non in forma, con la pancia, e soprattutto che non fossero giocatori.

Al primo appuntamento ci siamo presentati noi soci più i nostri amici e avevamo portato con noi i borsoni per giocare, ma arrivati al campo siamo rimasti stupiti nel vedere che c’erano una cinquantina di ragazzi che volevano provare, segno che c’e una grande voglia di partecipazione e di giocare a pallone. Prima di cominciare, abbiamo spiegato loro la nostra idea di calcio e da lì è partito tutto.

Il primo anno abbiamo sottoscritto un centinaio di tessere di sostenitori, che con un piccolo contributo annuo sono diventati parte integrante del progetto. Inoltre, abbiamo promosso feste e partecipato a dibattiti cittadini sulla mancanza di spazi pubblici per fare sport. Ultimo in ordine di tempo il dibattito cittadino sullo sport popolare denominato “Quando a vincere è la gente”, organizzato al Nautoscopio, in collaborazione con la Palestra Popolare Palermo. E soprattutto abbiamo fatto calcio a modo nostro, portando molta gente al campo, sostenendo in casa e fuori i nostri ragazzi, tanto che si sono accorti di noi in molti, nel giro di pochi mesi: siamo passati dai 13 amici che cazzeggiano davanti a una birra, ad essere raccontati oltre che su molte testate nazionale come “GDS” e “Repubblica”, anche su libri come “I ribelli degli stadi”di Pierluigi Spagnolo e “Calciopop” di Giovanni Tarantino. Questo ovviamente ha portato interesse attorno alla nostra idea di fare un calcio basato sull’azionariato, sulla condivisione, sulla partecipazione, sull’attaccamento alla città. I primi a sostenerci sono stati i ragazzi della Palestra Popolare Palermo, che ci hanno aiutato durante la preparazione atletica e in molte altre iniziative.

Adesso siamo 19 soci e circa 150 sostenitori, con ragazzi che ci sostengono da ogni dove, giusto per citarne alcune ad esempio: Lecce, Padova, ma anche dall’Olanda, dalla Polonia

Quest’anno abbiamo realizzato il nostro sogno, ovvero di avviare una scuola calcio gratuita per i più piccoli, e contiamo il prossimo anno di ampliare il settore giovanile sempre rispettando la nostra vocazione popolare.

A proposito di coinvolgimento delle persone rispetto al vostro progetto, quale assetto societario avete scelto?

L’Assetto societario della nostra squadra mette i propri Soci in condizione di prendere, tramite votazione, qualsiasi decisione. Dall’organizzazione delle trasferte o di alcuni eventi, alla scelta del materiale sportivo, dalla produzione di felpe, tshirt,cappellini o adesivi. Spesso dopo un primo passaggio ai soci, coinvolgiamo anche i nostri sostenitori. Quest’anno ad esempio abbiamo deciso di fare scegliere proprio a loro, ai Sostenitori, una delle maglie da gioco da far indossare ai nostri ragazzi. E’ stata una scelta importante, una dimostrazione di come chi ci sostiene è il custode del nostro progetto, oltre che il proprietario.

A Parigi una squadra di calcio popolare, il Menilmontant 1971, ha nel suo simbolo i cannoni della Comune di Parigi: potete spiegare perché avete scelto il Genio di Palermo come simbolo? Perchè avete scelto il verde come colore sociale, insieme al rosanero che è il colore della prima squadra della vostra città? In quale zona della città avete disputato le vostre partite?

Le innumerevoli civiltà e culture che si sono qui susseguite hanno creato il mosaico Palermo, la cui storia è fatta di accoglienza e commistione.
Noi Palermitani siamo arabi, greci, normanni, bizantini, spagnoli, indiani, cinesi.
Tutto questo è rappresentato dal “Genio” o “Palermo”, il Genius Loci a cui è affidata la tutela della città e dei suoi abitanti. Non è ben chiaro come sia nato il culto di Palermo, la leggenda che più rappresenta lo spirito della città è quella che narra di un ricco e saggio signore che viaggiava per diletto, e sopravvissuto a tre giorni e a tre notti di tempesta in mare, approdò nella nostra terra dove trovò un vero e proprio paradiso terrestre e grazie ai suoi frutti si rifocillò.
S’innamorò di questa magnifica terra al tal punto di farla diventare dimora per sè e per chi come lui volesse ritagliarsi un angolo di paradiso. Chiamò i migliori artisti, ingegneri, artigiani, architetti affinchè la facessero grande, unica e splendente.
Palermo è raffigurato come un maestoso vecchio con atteggiamento austero, barba e baffi fluenti con al capo una sontuosa corona, con ai piedi un cane accovacciato a emblema della fedeltà e a un braccio avvinghiato un grosso serpente che rappresenta la prudenza, rinascita, fertlità e conoscenza, la cui testa si reca imperturbabilmente al cuore per suggere linfa vitale.
Il Genio di Palermo viene considerato tradizionalmente la personificazione della Città e il simbolo dei suoi abitanti, indipendentemente dalla origine e dall’apparenza etnica, culturale, religiosa e sociale, la sua immagine caratterizza la nostra città e le dà identità.

I nostri colori sociali riprendono i colori del Nostro Amato Palermo Calcio di cui tutti noi siamo innamorati, e il verde viene dal logo del Palermo ideato da Piero Gratton che campeggiava sulle maglie da gioco dal 1979 fino alla radiazione dell’86, logo amato dai tifosi, ovvero quello dell’aquila  con lo sguardo volto a sinistra ed il collare rosa, il tutto inscritto in un rombo verde.

A proposito, com’è il rapporto con la prima squadra di Palermo? Ci sono Ultrà rosanero nella vostra organizzazione o in chi vi segue?

Il Palermo è la squadra del nostro cuore, gran parte di noi ci siamo conosciuti proprio grazie a Lui, sui gradoni del nostro stadio e nelle lunghe trasferte in giro per lo stivale; Il Genio rappresenta invece la nostra idea di calcio, l’idea che un altro calcio è possibile, un calcio accessibile a tutti e dove tutti possono gestire la propria squadra, l’esatto opposto della deriva del calcio business di oggi. Tra di noi ci sono ragazzi di curva come ti dicevo, gli ultras rosanero hanno apprezzato il valore sociale e le iniziative che stiamo portando avanti.