di Massimo Finizio

Un errore che fanno tanti italiani, chissà perché, è scambiare la città di Potsdam con Poznan in Polonia. Nulla da togliere a Poznan, che tra l’altro dista solo 250 km dalla sede reale prussiana, ma Potsdam, nasconde tantissimi gioielli storici e altrettanti record sportivi e calcistici che vi racconteremo.

POTSDAM.LA CINECITTA' DELLA GERMANIA

La città si sviluppa nel primo Medioevo; in realtà fino a circa il 1650, qualche decina di anni prima della Rivoluzione Industriale, non avrà un grande sviluppo, essendo un avamposto. Da qui il nome “Post Amt”, in latino “Postamt”, e il più antico nome “Podstupim”. Federico Guglielmo, della casa dinastica degli Svevi, fece di Potsdam una Reggia favolosa, chiamata la Versailles di Germania, arricchendola e sviluppandola culturalmente. Da questo periodo in poi, sará anche la culla della integrazione tedesca. Federico riunì sotto di sè il meglio delle varie culture presenti allora. Creò a Potsdam quartieri con immigrati dalla Francia e dall’Olanda che sfuggivano dalle guerre di allora, un po’ come avviene oggi nel sud della nostra Europa e a Lampedusa in particolare, e la arricchì di statue e palazzi, chiese e viadotti, mosaici e giardini, architettati dai migliori specialisti italiani, aiutando i quartieri antichi nello sviluppo agricolo e artigianale. Fra essi: Nowaves, poi ridenominato Babelsberg.

Oggigiorno bisognerebbe ristudiare la storia per meglio leggere il presente. Per meglio capire la citta di Potsdam bisognerebbe visitarla. Nowaves, più tardi Babelsberg, nasce con un clima di integrazione culturale che nel corso dei secoli svilupperà una specifica mentalità aggregativa ed internazionalista: gli studi cinematografici di Babelsberg nati nel 1917 (Fritz Lang produsse qui il famoso film Metropolis, poi divenuto il video per la canzone “Radio gaga” dei Queen) o la meno nota Electrola, oggi conosciuta come EMI, casa di produzione musicale, ne sono un esempio. In questi periodi la maggior parte della stampa tedesca descrive Torino come cittá prussiana austera e organizzativa, specialmente dopo le Olimpiadi del 2006 e dopo l´acquisto di CR7 da parte della Juve. Noi possiamo scrivere senza errori che Potsdam e Babelsberg, il suo quartiere più famoso, sono la Savoia della Germania. La città, oltre all’organizzazione tipica Prussiana, ha anche uno spirito un po’ italico non solo per i tanti architetti e scultori che l’hanno abbellita, ma anche per quella componente un po’ mediterranea en po’ sabauda, che l’avvicina più al sud Europa che al freddo nord.

BABELSBERG E L'ASSOCIAZIONIMSO SPORTIVO

Sportivamente non è certo paragonabile alla Juventus, però qui tutte le sue associazioni sono di eccellenza. La Turbine Potsdam, parte femminile scissa del Babelsberg Calcio, ha vinto due Coppe dei Campioni femminili; il Centro Federale Atletico di Potsdam è un po’ come Formia per gli azzurri. Sui laghi circostanti il centro remiero di Potsdam sfoggia decine di medaglie olimpiche sia nella canoa che nel canottaggio. Pallanuoto, pallamano e tutti gli altri sport sono ad alto livello. Durante i mondiali di Germania 2006 la nazionale Ucraina svolse il suo ritiro proprio a Potsdam, anche a ricordo dell’occupazione Sovietica, e in quel periodo Potsdam era sede della Divisione blindata della AR, uno dei dipartimenti dei servizi segreti. Anche la prigione del KGB oggi è ancora visibile grazie alla gestione di Amnesty International.

Nello stadio di calcio “Karl Liebknecht” giocano non solo la Turbine Potsdam ma anche il Babelsberg SV, associazione da noi ancora poco nota.

Pochi sanno infatti che, ancor prima del FC Sankt Pauli, il club ha organizzato un team con immigrati dai paesi martoriati da guerre e conflitti. La sezione viene fondata nell’estate del 2014 durante il periodo del grande arrivo di migranti, e si iscrive nella federazione regionale calcio del Brandeburgo (Prussia) nell’anno seguente. Questo senza avere “grandi” problemi con i tesseramenti federali, al contrario di quello che avviene da noi (vedi la FIGC al momento di dover iscrivere ragazzi e giocatori senza passaporto italiano).

Dalla caduta del Muro in poi, il Babelsberg si è dato un motto: “il calcio e lo sport uniscono il mondo, sempre e dappertutto”. Da questo parte il progetto delle associazioni come Welcome United 03 e Blau Weiss Bunt, che aggregano nello sport tante persone di differenti culture e lingue.

La scelta di far entrare nella famiglia del Babelsberg migranti in cerca di asilo e rifugio, fu presa con grande consapevolezza. Thoralf, fondatore di queste associazioni, spiega che in primis iscrisse i ragazzi rifugiati, poi fornì loro un’assicurazione per gli infortuni (da noi non si sarebbero potuti assicurare) e poi assistenza in tutte le loro necessità . H24. Una vera integrazione. Senza fronzoli, pubblicità e politiche varie. L’unica politica è stata quella del fare e dell’assistere. Thoralf, un minuto socio dirigente del Babelsberg, lo possiamo descrivere come un piccolo “San Francesco” che si adopera per il prossimo nel nome della solidarietà, sempre per conto delle associazioni del Babelsberg 03.

In Germania inoltre tutti conoscono le battaglie contro le discriminazioni che affronta da ormai innumerevoli anni il Verein (associazione); per questo sia i telegiornali che la stampa girano spesso servizi e report sul buon Babelsberg.

Questo è dovuto non solo alla storia della città e del quartiere che negli anni del nazismo fu anche chiamata in maniera dispregiativa “zona rossa“, ma anche perché da questa storia si è capita l´importanza dell’unità e dell’integrazione, come fece appunto Federico Guglielmo oltre 200 anni fa.

Il Babelsberg non fa altro che mettere in pratica la mentalità Prussiana, la mentalità Marxista di reinvestimento e riqualificazione delle attività delle associazioni insieme e grazie al sostegno dei propri soci.

Quando, qualche anno fa, durante una partita di campionato in casa, un gruppo di sostenitori avversari fece invasione di campo, con slogan razzisti e nazionalisti e provocando grossi incidenti, la solidarietà di tutta la Bundesliga fu enorme. I primi a solidarizzare furono quelli del Bayern di Monaco, seguiti dal FC Sankt Pauli.


OLTRE LO SPORT

A Babelsberg in primavera viene organizzato il Film Festival “Sehsüchte“ - smania visiva - che ha origine nel periodo della DDR ed è organizzato dalle sezioni giovanili del FDJ. I soci del Babelsberg, molto attivi in campo musicale, organizzano da vari anni Open Air e festival di musica SKAErik, organizzatore principale, ci spiega come da oltre 10 anni il festival che viene organizzato in una bella zona di Potsdam completamente immersa nel verde, sia sostenuto dai soci del Babelsberg che per alcuni giorni danno il loro contributo lavorativo senza retribuzione al fine di tenere i costi bassissimi e poter permettere che il costo dei biglietti per il festival, per i dibattiti e i workshop sia accessibile a tutti. Sono tanti i giovani, spiega Erik , che partecipano e grazie al loro contributo il Festival è diventato un punto di riferimento e di aggregazione per tutto il nord della Germania. Erik afferma poi come attraverso le collaborazioni sportive e musicali si possa fare inclusione e integrazione. Erik, grande cultore e tifoso della nostra penisola, gradisce e porta sempre avanti possibili collaborazioni con band e gruppi italiani, non solo dal punto di vista musicale ma anche culturale e sportivo. Un Punto fermo del Festival e dei dibattiti, sono le tematiche sociali e politiche, progressiste ed antirazziste, che vengono sviluppate dai ragazzi del Babelsberg, cercando di dimostrare che il loro “movimento” giovanile rappresenta una nuova via creativa della vita.

Il Babelsberg associazione sportiva (e. V.) organizza un incontro internazionale contro il razzismo “La palla è colorata”, dove nel passato hanno partecipato varie tifoserie italiane come il Genoa e la Juventus, ma anche il Bayern di Monaco, la Dynamo Dresda, Lipsia, Stoccarda, che vi partecipano regolarmente.

LO STADIO E LA STORIA SPORTIVA DEL BABELSBERG

Il Babelsberg fu riorganizzato immediatamente dopo la caduta del Muro di Berlino, arrivando anche nella serie B tedesca durante il campionato 2001/02. Nato come Nowaves nel 1903, ha avuto tra gli altri nomi eccellenti anche il grande Sepp Herberger, che vinse da allenatore nel 1954 i Mondiali di Svizzera contro la mitica Ungheria di Puskas, Hidegkuti, Kocsis & co.

Questo è anche il periodo in cui il Babelsberg riesce ad arrivare al 5° posto in classifica della serie A (campionato 1954/55) della allora DDR, stadio pieno e grandi giocatori nelle sue fila. Tra questi, da noi certamente poco conosciuti, si ricordano Karl-Heinz “Schrippe”, Heinz “Schupo” e Hans “Schöne”, che è conosciuto anche per essere stato il capocannoniere nella serie A della allora DDR (38 gol) nel campionato del 1951.

Merita un cenno storico, inoltre, lo stadio del Babelsberg e della Turbine, costruito agli inizi degli anni 70 con l´aiuto dell’Armata Rossa, che aveva sede proprio nella città. Il nome non fu cambiato e rimane tuttora Karl Liebknecht (13.08.1871 – 15.01.1919) Stadion, oggi unico impianto sportivo al mondo a portare ancora il nome di uno dei fondatori di un partito comunista. Si tratta di un comodissimo stadio situato, come molti altri del periodo, a ridosso del Muro di Berlino (distante circa 100 m) e immerso in una bellissima foresta che oggi è conosciuta come il parco di Babelsberg. Tra l’altro oggi la città di Berlino, i famosi ricorsi storici, la storia che non dimentica, sta ricostruendo il balcone e il castello storico dove Karl Liebkncht nel 1918 proclamò insieme a Rosa Luxemburg la Repubblica Socialista libera di Germania. Incaricato di questo progetto è l´italiano Franco Stella, che ha ottenuto molti premi e riconoscimenti come per il nuovo Municipio a Maserà di Padova, o la sistemazione e ampliamento del quartiere fieristico della stessa città, un premio per i progetti del Teatro dell´Opera della Bastille a Parigi, la ricostruzione di una casa palladiana proprio a Potsdam

La nuova struttura viene inaugurata il 10.07.1976 con un’amichevole della nazionale Olimpica, mentre tante sono le partite di qualificazione disputate in questo stadio dalle varie nazionali tedesche orientali. Qui fu stabilito anche il record di gol segnati dalla nazionale della DDR in una partita ufficiale. L’avversaria era la nazionale di Malta, sconfitta per 9 a 0 il 29.10.1977. Da ricordare anche l´amichevole tra le nazionali U21 della DDR e i nostri azzurri del 23.09.1987, finita 0 a 0 ma con la presenza di giocatori che di li a poco avrebbero segnato il calcio nazionale e mondiale per l´Italia: papà Maldini allenatore e Maldini, Costacurta e Berti, che l’anno successivo avrebbe giocato con tale Lothar Matthaeus e ancora Annoni, che poi giocherà anche con i Celtic, Ferrara, un anno dopo campione in Coppa UEFA insieme a Maradona e tante volte campione italiano con la Juventus, Rizzitelli che di li a poco vincerà un campionato con il Bayern di Monaco con Trapattoni come allenatore.

Oggi l’associazione del Babelsberg conta varie discipline sportive: Basket, Volley, Scacchi, Roller Derby, Hockey su pista. Le sezioni giovanili hanno prodotto vari talenti, vedi Kragl, 20 partite e un gol in serie A con il Frosinone o Daniel Frahn che con il Babelsberg riesce ad arrivare ai livelli alti della Bundesliga, per poi giocare oltre 150 partite e segnare oltre 85 gol con il RB di Lipsia. Un altro calciatore, Almedin Civa, è invece un esempio di internazionalizzazione e attaccamento ai progetti delle associazioni tedesche. Bosniaco emigrato dalle guerre di Jugoslavia, dopo aver giocato oltre 100 partite nella serie B tedesca e aver militato come giocatore per tanti anni nel Babelsberg, ne è divenuto manager e allo stesso tempo allenatore. Da ricordare anche un altro ex del Babelsberg, Renè Tretschok, che ha giocato ben 55 partite segnando 8 gol ed è stato per un anno allenatore, dopo aver vinto nel suo passato una CL con il Borussia di Dortmund.

Il Babelsberg ha anche il record di vittorie (9) nelle coppe di lega Dilettanti e ha partecipato ben 11 volte alla coppa di Germania DFB raggiungendo anche il terzo turno nell´anno 1999, venendo eliminato dal Friburgo per 4 a 2.

Altra nota particolare sono le sponsorizzazioni e le collaborazioni sportive. Se da una parte la Hummel (fornitore tecnico) che spesso viene associata come marca danese, ma in verità ha origine nella città di Amburgo, cerca fortemente forniture con associazioni che lavorano e rappresentano bene i valori dell’antirazzismo e della solidarietà, la Lonsdale, al contrario, ha voluto il Babelsberg come partner proprio per le sue attività solidali e sostiene con il proprio materiale, personalizzando con il logo del Babelsberg, progetti legati alla non violenza e all’integrazione.

Come dire: un esempio sportivo di associazione da seguire, ma anche il prossimo viaggio da organizzare!