di Davide Drago

 

La prima pagina del Corriere dello Sport di martedì 9 ottobre è stata per certi tratti agghiacciante, come lo sono stati, del resto, tutti i giornali e le trasmissioni sportive che in questi giorni si sono occupati del “caso Ronaldo”. «Cristiano in Croce», il titolo stampato sul Corriere e distribuito praticamente in tutta Italia.

Poco ci importa del parallelismo con la più famosa storia di Gesù Cristo, ma scrivere che CR7 è stato messo in croce, soprattutto dai media, è alquanto ridicolo. Andiamo con ordine. La storia incriminata è avvenuta la notte del 13 giugno 2009 a Las Vegas. Secondo Leslie Stoval, l’avvocato che nove anni dopo il presunto stupro ha intentato un’azione civile contro CR7, ha affermato che altre tre donne, oltre Kathryn Mayorga, accusano Ronaldo. Una delle ragazze sosterrebbe di essere stata violentata dopo un party, la seconda di essere stata “ferita”, la terza di aver firmato un patto di riservatezza con il calciatore nel 2009, esattamente come la Mayorga. Quest’ultima avrebbe denunciato immediatamente la violenza, rifiutandosi però di fare nomi visto che si trattava di un personaggio pubblico. Tra oggi e domani gli avvocati della donna potrebbero fornire nuovi documenti dall’ospedale di Las Vegas e altri dal comando di polizia. Ieri in tarda serata il portavoce del Dipartimento di polizia di Las Vegas, Jacinto Rivera, ha confermato che non è sparito nulla delle prove del 2009 il portavoce ha aggiunto che la probabilità che il campione dovrà essere ascoltato è quasi certa. In questi giorni l’ex modella ha “invitato” altre donne a denunciare altri ipotetici "casi" e immediatamente dopo il suo appello non sono tardate ad arrivare altre storie poco chiare.

Kathryn Mayorga il 12 gennaio 2010 aveva steso con l’avvocato Osorio de Castro, in nome di Ronaldo, una scrittura privata. Dell’accordo colpisce la brevità: due paginette appena per transare una vicenda delicata e complessa, della quale le parti forniscono una ricostruzione dei fatti diametralmente opposta. Undici punti, per non parlarne mai più. La donna infatti si impegna a far cadere qualsiasi azione penale e civile nei confronti del portoghese, promettendo di mantenere il silenzio e di farlo mantenere a tutti coloro che fossero a conoscenza dei fatti. L’attaccante della Juventus ha deciso di affidarsi all’avvocato delle star, uno dei più famosi degli Stati Uniti. Il portoghese, infatti, si è rivolto a David Chesnoff, avvocato penalista di Las Vegas, che nella sua carriera ha difeso molti grandi personaggi del panorama dello spettacolo americano.

La Juve, nel frattempo, assiste agli eventi con molta preoccupazione. Al momento nessun avvocato bianconero è stato distaccato sul caso, la difesa è affidata al numero 7 e al suo nutrito staff di legali, che sperano soprattutto che l’enorme valore commerciale di CR7 non venga intaccato. Il 4 ottobre la Juventus ha preso le difese del calciatore con un tweet che non necessita commenti: «Cristiano Ronaldo ha dimostrato in questi mesi la sua grande professionalità e serietà, apprezzata da tutti alla Juventus. Le vicende asseritamente risalenti a 10 anni fa, non modificano questa opinione, condivisa da chiunque sia entrato in contatto con questo grande campione». Il titolo in borsa della Juventus ha subito però in questi giorni un drastico calo. Ad essere preoccupati, oltre alla Juve, sono Nike ed EA Sport, i maggiori sponsor di CR7. La risposta di quest’ultima azienda è stata immediata, infatti l’immagine di Ronaldo che compare nella copertina del gioco FIFA19 è stata subito tolta dal sito. Il mondo del calcio, invece, non fa una piega: tra i 30 candidati al Pallone d’Oro che verrà assegnato il 3 dicembre c’è anche il fuoriclasse, che ne ha già vinti cinque.

Come scritto in precedenza sono i media ad aver preso una posizione molto discutibile rispetto al “caso Ronaldo”. Oltre al titolo di stamattina, il Corriere dello Sport aveva già utilizzato una metafora molto fastidiosa, scrivendo in prima pagina: «CRSEX». Il quotidiano Tutto Sport, conosciuto per le posizioni pro-Juve è partito con una difesa a spada tratta, scrivendo: «Più forte del fango» e «Giù le mani da CR7». Oggi pomeriggio in un articolo, sempre su Tutto Sport, Vittorio Feltri ha scritto: «Ormai è un’epidemia. Nei ritagli di tempo, alcune donne si divertono a denunciare uomini danarosi, accusandoli di molestare e, dopo averli ricattati, ricevendo ricche somme, non paghe, avviano procedure giudiziarie. Ambiscono a vedere dietro le sbarre i loro amici. Cosicché scoppiano scandali fasulli eppure travolgenti nonché sputtananti per le persone coinvolte, che passano di fatto dal ruolo di “aguzzini” a quello di vittime». Aggiungere un commento a quanto dichiarato dal signor Feltri crediamo sia assolutamente superfluo. Il culmine si è toccato in queste ultime sere durante due trasmissioni televisive: Tiki Taka e La domenica Sportiva. Durante la prima trasmissione Giampiero Mughini, dopo un servizio che raccontava la vicenda ha dichiarato: «si tratta di un semplice rapporto non consenziente, non è uno stupro». Anche durante la domenica sportiva sono state trasmesse le immagini che immortalavano CR7 mentre ballava con Kathryn Mayorga, raccontando in maniera sempre molto difensiva nei confronti di Ronaldo ciò che sarebbe avvenuto quella sera. Alla fine del servizio il giornalista ha dichiarato: «per una condanna servono le prove, e qui ad oggi non ce ne sono». La presentatrice ha più volte sottolineato il fatto che si tratti solo di un’indagine riaperta sulla base della parola di questa ragazza e anche gli altri ospiti in studio hanno sempre avuto un atteggiamento molto garantista e difensivo di CR7.

Nessuno qui vuole essere giustizialista e accusare senza prove Ronado, ma quello che sta accadendo è il classico ribaltamento dei ruoli e delle responsabilità. Chi denuncia diventa l'imputata e CR7, potenziale responsabile, diventa la vittima. In questi giorni sono stati centinaia di migliaia i messaggi di solidarietà al calciatore portoghese sui social network. Red Ronnie, ex dj oggi conduttore televisivo e critico musicale, ha parlato del presunto caso di stupro che coinvolge Cristiano Ronaldo e lo ha accostato alla storia di Asia Argento buttata fuori, dalla trasmissione X-Factor. Il conduttore ha dichiarato: «Asia Argento “fatta fuori” e Ronaldo? Perché lo fanno giocare. È accusato di aver violentato una ragazza e lo fanno giocare. C'è qualcosa che non quadra». Le due storie, secondo noi, hanno dei tratti e dei risvolti molto diversi, ma il dubbio di Red Ronnie è assolutamente condivisibile. Il comportamento dei media, ma anche del mondo del calcio è lo specchio della società patriarcale e maschilista che produce ragionamenti del tipo: io sono uomo e posso comprare il tuo silenzio, soprattutto se sono ricco e famoso. C'è tantissima ignoranza rispetto alla “cultura del consenso”, in qualunque momento ci si tiri indietro, anche se si è saliti in camera, anche se si è iniziato un rapporto, no vuol dire no. Non saranno dei soldi a far tacere o far cambiare la natura del rapporto, perché il sesso è piacere e lo stupro è violenza.