Farina: “Good Night and good Luck”

Essere il faro, essere il punto di riferimento per la civiltà intera. Questo si asseriva, neppure troppo velatamente, quando per andare a fare la guerra ci si diceva in missione per esportare la democrazia.

E siccome il nostro è davvero un grande Paese, generoso, non si accontenta della sopra citata, ma al contrario, rilancia. Già. E cosa siamo riusciti a esportare, oggi? Visto che c’è un po’ di difficoltà con le auto, si è puntato sull’esportare lealtà. Bella parola, vero? Piena di significato, che costa davvero tanta fatica praticare. Ma quando se ne ha in abbondanza, perché non distribuirla a chi non ce l’ha?

E così è successo che Farina, l’ex giocatore del Gubbio (ne fu anche il capitano) ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e trasferirsi in terra d’Albione. A insegnare calcio e lealtà ai ragazzini dell’Aston Villa. Dagli inglesi, quelli che hanno inventato il fair play, ma che sono anche la patria delle scommesse. Che sia per quello?

Ricordiamo che il buon Farina è salito agli onori delle cronache per avere rifiutato di vendersi una partita, per averlo comunicato alla sua società e per averlo poi confermato di fronte alle autorità che per competenza dovevano occuparsi della faccenda. Giustizia penale e sportiva.

Farina non è un infame. Non è uno che per sfizio si è messo a sputtanare ( si può dire?) questo o quello. E’ solo uno che voleva vivere la sua professione in modo pulito. Per potersi guardare allo specchio, più che altro. Io la voglio interpretare così la sua scelta. Non bisogna essere eroi per fare la cosa giusta. E non bisogna neppure essere dei santi. E mi auguro caldamente per Farina, che non lo sia neppure, un santo.

Ma può un uomo fare una cosa semplice, per se giusta, senza dovere essere innalzato a eroe per poi essere lasciato cadere a terra?

Morale della favola, dopo la gita in Nazionale, e le parole di Prandelli (“Non lasciamolo solo..”) in Italia non lo ha più voluto nessuno. Troppo compromesso..

E allora lasciamo che vada. E se a perderci non fosse lui, l’epurato dal sistema calcio italiano?