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di Teo Molin Fop

 

Per la maggior parte delle persone appassionate di “futbol rebelde” se scrivi “all'arrembaggio” probabilmente si pensa immediatamente al Jolly Roger, simbolo utilizzato dal Sankt Pauli. Tuttavia c'è un altro barrio, dove si sostiene che “la vida pirata es la mejor” e questo fine settimana scende in campo per la prima giornata della Liga spagnola: a Vallecas infatti si gioca Rayo Vallecano-Siviglia.

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L’exploit mondiale della nazionale di calcio della Croazia a Russia 2018 ha determinato un’attenzione mediatica particolare per il calcio della nazionale dei balcani, e non solo; su Sportallarovescia.it abbiamo scritto a proposito di alcune problematiche del calcio in Croazia. Adesso parliamo ancora di calcio e Croazia, ma questa volta di sport popolare: abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Josip Malic, calciatore, organizzatore e membro fondatore di "Zagreb 041", squadra di calcio popolare fondata a Zagabria. Il nome di questa realtà è ispirato dal prefisso telefonico di Zagabria ai tempi della ex – Jugoslavia, e che oggi porta avanti un’idea di calcio all’insegna dell’antirazzismo, antifascismo, antisessismo, organizzazione collettiva e contro ogni logica del profitto.

 

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I mondiali da poco trascorsi di Russia 2018 hanno registrato un protagonismo mediatico dei balcani, grazie alla performance della Croazia guidata dal suo capitano Luka Modric. Inoltre, a chi ha visto anche la partita tra Svizzera e Serbia non è sfuggita la rimarcata esultanza dei giocatori di origine kosovara, dopo i gol segnati, nei confronti dei giocatori serbi. Abbiamo parlato di temi relativi a questi eventi con Ivan Ergic, ex giocatore professionista:ha giocato in Svizzera nel Basilea di cui è anche stato capitano, ha giocato in Turchia nel Bursaspor ed ha partecipato ad i mondiali di calcio di Germania 2006 giocando una partita e mezzo nella sua nazionale, la Serbia, a quei tempi allenata da Petkovic. Oggi interviene da marxista nel dibattito pubblico serbo scrivendo quotidianamente sul giornale “Politika”, a volte sul settimanale “NIN” e per il giornale svizzero “TagesWoche”. Gli abbiamo rivolto alcune domande sul mondiale appena trascorso.

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di Davide Drago

La "storia" tra il Presidente americano Donald Trump e il cestista LeBron James, caratterizzata da accuse e pesanti offese, iniziata qualche mese fa, continua ancora oggi. Tutto ha preso avvio nel settembre del 2017 durante il Media Day, primo atto ufficiale della nuova stagione NBA ed occasione per giornalisti, e di rimbalzo per i tifosi, di conoscere meglio i nuovi giocatori delle varie squadre, sentire le loro prime dichiarazioni, e rivedere le facce note dei veterani.

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di Massimo Finizio

Un errore che fanno tanti italiani, chissà perché, è scambiare la città di Potsdam con Poznan in Polonia. Nulla da togliere a Poznan, che tra l’altro dista solo 250 km dalla sede reale prussiana, ma Potsdam, nasconde tantissimi gioielli storici e altrettanti record sportivi e calcistici che vi racconteremo.

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di Teo Molin Fop

Con il superamento della Tessera del Tifoso e l'introduzione del “Codice etico” da una parte e il contemporaneo insediamento di Matteo Salvini al Viminale dall'altra, si apre una fase completamente inedita per il mondo ultras. Probabilmente si prospetterà un ministro dell'Interno, per il quale l'ultras non sarà più il “nemico pubblico numero uno”.

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di Davide Drago

Era il maggio del 2018 e qualcosa, almeno per il calcio femminile, sembrava potesse cambiare. Le due serie di vertice, la A e la B, sarebbero dovute passare, con l’inizio della nuova stagione 2018-2019, dalla Lega Nazionale Dilettanti (Lnd) alla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). La decisione era stata presa dal commissario straordinario Roberto Fabbricini e già a suo tempo la risposta del presidente della Lnd era stata molto dura.

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Non tutti lo sanno, ma per rispondere alle convocazioni della nostra nazionale dobbiamo chiedere permesso al datore di lavoro e questo è allucinante…” - CRISTIANA GIRELLI 

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di Davide Drago

Mesut Ozil, giocatore tedesco di origini turche, ha deciso di lasciare la nazionale e la motivazione è riconducibile al razzismo. A qualcuno verrebbe da chiedersi dove sia finita l’accogliente Germania, la nazione meticcia abituata alla diversità. Andiamo con ordine e cerchiamo di approfondire la situazione.

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di Davide Drago

Triplice fischio dell’arbitro e un altro mondiale di calcio è stato archiviato. Una competizione che ha visto ai nastri di partenza delle esclusioni importanti e che cammin facendo ha perso delle compagini nazionali di rilievo. Cosa rimarrà di questo mondiale? Cosa ricorderemo? La vittoria della Francia, forte sicuramente, ma con un pizzico di fortuna o il secondo e il terzo posto delle “piccole” Croazia e Belgio? Ai posteri l’ardua sentenza. Sicuramente a freddo si può ragionare meglio su alcuni eventi più o meno rilevanti che hanno caratterizzato la competizione mondiale.

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Rieccoci a un nuovo appuntamento con la nostra rubrica. Questo terzo capitolo potrebbe essere falsato dalla vigilia mondiale, ma vista la dichiarazione di evitare le inquadrature a tifose troppo sexi perché ciò sarebbe sessista, siamo convinti che anche la gazzetta abbia rivisto le percentuali di immagini in cui le donne, appaiano in un quotidiano sportivo più come conigliette di play boy, che come atlete.

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Se la Croazia sta disputando un ottimo mondiale arrivando fino ad ora alle semifinali di Russia 2018, più di un calciatore e tanti tifosi al seguito hanno manifestato simpatie politiche che dovrebbero raccogliere pochi entusiasmi, anzi.

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