«Sono un centro dell’NBA di 34 anni. Sono nero. E sono gay»

 

Con queste parole inizia il coming out di Jason Collins.

Il 29 Aprile il cestista afroamericano dei Washington Wizards nella NBA ha fatto coming out con una lettera scritta in prima persona pubblicata dalla rivista Sport Illustrated.

Collins è il primo atleta professionista di uno dei quattro sport a stelle e strisce (football, baseball, basket e hockey) a dichiararsi gay mentre è ancora in attività.



Ma anche tra gli altri sport più popolari al mondo (baseball, tennis, volley, rugby) gli atleti di sesso maschile ad essersi dichiarati gay mentre erano ancora in attività sono pochissimi.

Nel mondo sportivo femminile invece ci sono stati vari coming out: ricordiamo ad esempio Billie Jean King, Martina Navrátilová e Amélie Mauresmo nel tennis, Stacy Sykora nel volley, Sheryl Swoopes nel basket, Megan Rapinoe nel calcio.

A differenza del mondo sportivo femminile, in cui l’omosessualità è maggiormente accettata, in quello maschile permangono ancora forti pregiudizi e discriminazioni omofobe legati ad alcuni stereotipi molto diffusi.

Lo stereotipo che abbiamo dell’atleta di sesso maschile è quello di una persona che viene associata a caratteristiche quali forza e mascolinità. Per questa ragione risulterebbe difficile accettare un coming out: essere gay minaccia l’immagine degli sport maschili, soprattutto in quelli che rappresentano per eccellenza un simbolo di virilità e machismo.

 

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A livello internazionale esistono pochissime indagini pubblicate su riviste scientifiche sull’argomento dell’Omosessualità nello Sport.

Tuttavia, i media sempre più frequentemente affrontano i temi dell’omosessualità e dell’omofobia nel mondo sportivo visti i crescenti coming out da parte di atleti ed ex atleti professionisti e a fronte anche di alcuni episodi e dichiarazioni a carattere discriminatorio e omofobo.

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