Mohamed ed Abdellah sono due ragazzi di 24 e 25 anni . Vivono nel campo profughi di Khan Younis, nella parte meridionale della striscia di Gaza e sono arrivati in Italia il 30 marzo al seguito della carovana “Vik gaza to Italy”.

Assieme a loro artisti, musicisti, filosofi, registi. Personalità, che pur non superando il filtro delle ricostruzioni dei media ufficiali, son lì a dire al mondo che la cultura è una di quelle cose che le bombe non saranno mai in grado di ammazzare, nemmeno se a lanciarle è l'esercito più moderno, attrezzato ed aggressivo dei nostri tempi: l'esercito israeliano.

Un'occasione da non perdere per Sport alla rovescia, quella di ospitare uomini e donne che raccontano, con le loro esistenze, che la Palestina non è solo guerra e fondamentalismi, un po' come l'Italia non è solo razzismo, conformismo e corruzione. Qui e là ci sono movimenti che crescono, si cibano di rabbia e cultura ed incontrandosi si ritrovano simili, nel lottare per altri mondi possibili.

Mohamed ed Abdellah praticano il Parkour, una disciplina “estrema”, che allena il corpo e la mente a superare qualsiasi ostacolo si ponga lungo il percorso, per conquistare, alla fine, la meta....che sia essa un luogo sicuro dopo una fuga o il tetto di un palazzo da cui guardare dall'alto le contraddizioni della propria terra. Uno sport che evidentemente, praticato sotto l'assedio, acquisisce significati molteplici e profondi, divenendo mezzo d'emancipazione, linguaggio capace di attraversare le differenze ed unire territori, che pur se così distanti, hanno molto da condividere e da raccontarsi. Ed in effetti a parlare, sabato al centro sociale Rivolta a Marghera e domenica allo stadio durante la partita della Polisportiva SanPrecario, sono stati più che altro gli sguardi, le suggestioni evocate dai corpi che scalavano i muri grigi, per gettarsi poi nel vuoto, impattare sul terreno e rialzarsi leggeri , rabbiosi, pieni di quella voglia di correre, sfogarsi, sentirsi liberi.

Ennesima dimostrazione, come se ancora ce ne fosse bisogno, che lo sport più ricco non è quello dei grandi club, delle scommesse, degli stipendi milionari, ma quello umile e ribelle che abbiamo avuto il piacere di ospitare al Rivolta e allo stadio . Lo sport che amiamo. Lo sport che unisce.

Sabato è stato un bellissimo pomeriggio di Parkour con Krap Invaders di Schio e Aprata parkour di Mestre, con il video del Gvc “Free running Gaza” e anche un racconto da chi tornava dalla carovana in Tunisia; domenica i salti e le acrobazie dei giovani gazawi hanno stimolato la squadra di calcio a 11 della polisportiva San Precario che dopo una striscia negativa è tornata alla vittoria...

Grazie di cuore agli atleti Moahmed ed Abdellah da parte della Polisportiva SanPrecario.

Ama lo sport odia il razzismo & free Gaza!