E' partito alla grande il XIII mondialito festival antirazzista Assata Shakur 2014, oltre le aspettative e le recenti polemiche, legate alla negazione del Patrocinio del Comune di Ancona, per la prima volta dalla sua creazione (si attende per questo ancora una risposta ufficiale da parte dell'amministrazione, per adesso tanta indignazione di moltissime associazioni, cittadini e anche forze politiche, anche di molti cittadini elettori di questa giunta). A questo proposito lanciamo on line la campagna "Io sto con il mondialito" per raccogliere tutte queste testimonianze. 

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Il 17 Maggio 2014 ricorre la 10° Giornata internazionale contro l’omofobia. Una data che non perde valore con il passare degli anni, ma che anzi rappresenta sempre un momento fondamentale di rivendicazione di diritti e di lotta contro una delle peggiori forme di discriminazione della nostra società.

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Giovedì 15 maggio è andata in scena la partita amichevole tra l’ANCONA 1905neo promossa in serie C e la squadra di calcio della Polisportiva Antirazzista ASSATA SHAKUR la KONLASSATA ANCONA, che milita nel campionato di 3^ categoria.

Quando lo sport dal basso incontra una squadra  di professionisti e si finisce a parlare la stessa lingua, vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta. Quando facciamo capire che lo sport che noi pratichiamo e quello che noi vogliamo è ben diverso dallo sport che guardiamo in TV; quando la squadra più importante della città chiama una realtà come la nostra per un triangolare amichevole da disputarsi con la VIGOR SENIGALLIA, per raccogliere i  fondi per la popolazione alluvionata, vuol dire che i messaggi positivi iniziano ad affermarsi nel nostro territorio e nelle relazioni che condividiamo. 

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ONCE Were Warriors nasce tre anni fa dall'incrocio tra due anime che all'apparenza potrebbero sembrare distanti, ma che negli anni hanno dimostrato, di fatto, di non esserlo.

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di Palestra Popolare Antirazzista Brescia

Lo sport popolare in Italia esiste da diverso tempo, in diverse forme e con differenti sviluppi.
Sicuramente negli ultimi anni l'evoluzione di questi spazi ha portato a nuove situazioni e nuove prospettive.

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Sono cresciuto tra la curva dello stadio e il centro sociale occupato di Cosenza. Non amo varcare spesso la catena del Pollino che delimita a nord il territorio calabrese. Preferisco scendere a sud. Da tempo quindi non vedevo da vicino gli spazi autogestiti delle altre città. Nell’ultimo anno però m’è capitato di andare in giro per i luoghi liberati del Paese chiamato Italia. Compagne e compagni di differenti aree geografiche e politiche mi hanno invitato a presentare un mio romanzo. E sono rimasto piacevolmente sorpreso. C’è una differenza notevole tra i centri sociali del presente e quelli degli anni novanta: oggi sono radicatissimi nei quartieri, promuovono attività che coinvolgono persone di differenti età e provenienza, rappresentano concreti punti di riferimento per gli abitanti delle periferie, e non solo. In una battuta: sono concreti! Ambulatori di quartiere, sportelli di ascolto, doposcuola e corsi per imparare diverse arti trovano spazio e sostanza umana al loro interno.

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Sabato 22 Marzo è partito dalla Palestra Independiente del Cs Bocciodromo di Vicenza il primo “Thai Culture Tournament”, ossia il tentativo di costruire un campionato in più tappe sul modello tradizionale thailandese da parte del settore Muay Thai della Uisp.

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Iniziamo subito con una domanda diretta: come possono oggi sopravvivere le polisportive come la nostra e le tante realtà sportive che nascono dal basso per praticare uno sport che vada nella direzione contraria rispetto a quella ordinaria, in cui è diventato il motore immobile di business, di competizione sfrenata, del perseguimento a tutti i costi del risultato a scapito dei valori originari che dovrebbero sottintenderlo? Cioè, come possono queste esperienze crescere e promuovere attività qualitativamente competitive e permettere a tutti il proprio accesso, avendo a disposizione scarse risorse economiche e soprattutto, non avendo a disposizione le strutture in cui svolgerle? Non è retorica chiedersi tutto questo, soprattutto in un momento in cui diminuiscono le garanzie sociali per una crescente fetta della nostra popolazione e in cui difficilmente si riesce a chiudere contratti di sponsorizzazione per una squadra di terza categoria, per esempio, come la nostra, che porta avanti le battaglie politiche contro le discriminazioni e un calcio pulito, fuori dalle logiche del mercato. Su questo vogliamo seriamente esprimerci e fare esprimere molti altri perché la nostra polisportiva si trova in seria difficoltà a causa degli alti costi di gestione di cui ogni anno ci facciamo carico per mantenere la squadra di calcio a 11 che milita in terza categoria e la giovane scuola calcio “Ancona Respect”, che sta lavorando attraverso lo sport  con bambini di  differenti nazionalità a costi irrisori, perché tutti possano permettersela.

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Palestra Popolare Valerio Verbano al Tufello, zona nordest di Roma. Negli anni passati sala dove si trovavano le caldaie delle case popolari Ater del circondario, ora, grazie ai lavori di autorecupero, palestra con corsi di varie discipline a disposizione della gente del quartiere. Causa in tribunale in corso, richiesta assurda di pagamento di affitti arretrati da parte dell'Ater, che si è improvvisamente ricordata dell'esistenza di uno stabile che per anni aveva lasciato in degrado.

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Rispetto dell'avversario, sacrificio, generosità, sviluppo dell'autocontrollo, correttezza, coraggio, superamento dei propri limiti. Questo è il pugilato che ci affascina e questo è quello che cerchiamo di praticare e trasmettere giornalmente nelle nostre palestre.

E' un'occasione di socialità e di confronto, perchè come diceva Mandela “sul ring ricchezza, età e colore della pelle sono irrilevanti”. Ha una grande valenza educativa e quindi deve essere accessibile a tutti, senza discriminazioni, senza pregiudizi di stampo sessista o machista e senza barriere economiche.

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NodiSexParade @ Venezia - Giovedì 27 Febbraio ore 14.30, campo S.Margherita

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a cura di Polisportiva Tpo Bologna

Il fascino del pugilato si può riscontrare ovunque. Vive nelle palestre e nelle riunioni, ma vive anche nella nostra quotidianità, nel cinema, nell'arte, persino nella nostra lingua. Eppure il pugilato rimane come avvolto da un'aura di impermeabilità, come un qualcosa di tremendamente allettante, ma che allo stesso tempo incute timore. Una tentazione insomma. Qualcosa di talmente pericoloso da essere "bello", con la sua eleganza, il suo ritmo, la sua storia, la sua estetica. Le imprese epiche dei pugili rivivono attraverso gli atteggiamenti rispettosi e dolcemente solenni di chi li ricorda, sul ring come fuori dal ring. Perché quanto è stato importante il pugilato anche fuori dal ring! Pensiamo soltanto a personaggi come Muhammad Ali e a quanto il suo atteggiamento sia stato influente, immaginiamoci cosa volesse significare scegliere di essere condannati per renitenza alla leva negli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam, oppure quanto possa aver influenzato l'opinione pubblica l'impegno di un campione del mondo dei pesi massimi per quanto riguardava i diritti degli afroamericani. Non si può sorvolare su quanto lo straordinario senso etico di questo sport abbia spinto personaggi come Nelson Mandela a esprimere proprio quel genere di considerazioni. E perché non pensare a Cuba, e a quanto Fidel Castro abbia preso il pugilato come esempio etico ed educativo a livello sportivo ma anche a livello politico e sociale. L'affetto e il rispetto di Fidel per questo sport hanno di fatto consegnato a Cuba uno straordinario ed indiscutibile motivo d'orgoglio riconosciuto a livello internazionale, vale a dire il pugilato più bello del mondo.

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