"Pugni e Socialismo. Storia popolare della boxe a Cubana"

di Giuni Ligabue e Chiara Gregoris

libro + dvd "Gancho Swing" per Red Star Press

 

 

Dopo quasi cento anni di lotte Cuba è finalmente libera, è il gennaio del 1959 e la Rivoluzione trionfa. Non si tratta soltanto di una vittoria politica e militare, bensì di una vittoria sociale. Cento anni di lotte hanno forgiato un popolo dignitoso e fiero, compatto e determinato. Dal 1959 ad oggi Cuba si ritrova a rimbalzare tra la soddisfazione per i traguardi raggiunti dalla Rivoluzione e le persecuzioni e gli attacchi dei governi dei cugini del nord, gli Stati Uniti d'America. Embargo, attentati terroristici, invasioni, assedio e umiliazioni e ­con la caduta dei regimi socialisti negli anni '90­ il doppio blocco e il difficile periodo especial. Cuba è isolata dal mondo così come le stampe occidentali si affrettano a demonizzare la Rivoluzione in dittatura e a nascondere accuratamente i successi della politica sociale rivoluzionaria. Ma c'è una cosa che difficilmente potrà essere occultata agli occhi del mondo. Si tratta dei trionfi sportivi, uno su tutti il dominio pugilistico olimpico.

 

 

Nel film Gancho Swing e nel volume Pugni e Socialismo editi da Red Star Press, Chiara Gregoris e Giuni Ligabue ripercorrono le evoluzioni della società cubana rivoluzionaria attraverso il racconto del pugilato sociale cubano, una boxe indiscutibilmente perfetta, figlia diretta del modello educativo rivoluzionario e di un popolo straordinario.
Attraverso le testimonianze della gente comune, di istruttori di pugilato, di vecchie glorie dello sport rivoluzionario, di improbabili funzionari politici, fino ad arrivare a quella di Felix Savon, l'uomo che ha vinto di più nella storia del pugilato, si sviluppa un viaggio divertente e appassionante che ci mostra il popolo cubano in maniera diversa rispetto a quanto, molto spesso, ci viene raccontato.

 

Il modello etico ed educativo rivoluzionario, e il suo stesso sistema sportivo, sono basati su dogmi che potrebbero rappresentare un ottimo ambito di discussione anche nel tentativo di far progredire quel concetto di sport popolare che ben conosciamo. Concetti come quello di uno sport di tutti e per tutti, o la sempre maggiore ricerca della tutela dell'atleta, o ancora, il rifiuto di quei concetti come la distruzione dell'avversario, sono a Cuba pura cosuetudine e normalità. 

 

Il colto pugilato cubano rimane l'unico e incontestabile successo della Rivoluzione agli occhi del mondo. Altri straordinari successi ci vengono nascosti, mentre le medaglie sono impossibili da cancellare. Per questo i pugili cubani sono spesso definiti “gli eredi dei Mambises”, che furono coloro i quali quasi 150 anni fa durante le prime guerre di indipendenza diedero il via al senso di emancipazione, di rivalsa e di conquista della libertà del popolo Cubano.

 

L'analisi di questa avventura ci confermerà che un altro tipo di boxe è possibile. E Quasi sempre vince. Si tratta di un pugilato esterno alle logiche del mercato e che mette in primo piano, come ovunque dovrebbe essere ovvio, l'etica sportiva. In realtà, in un momento storico in cui il capitalismo e il consumismo appaiono totalmente fuori controllo, sembra che queste "ovvietà" vengano rispettate soltanto in quelle oasi che dal capitalismo stesso non sono state toccate. In questo senso Cuba rappresenta un esempio lampante e vincente.

Ecco il trailer del documentario "Gancho Swing"