“Ogni fine settimana riceviamo insulti razzisti. Adesso basta, così non si può giocare!”. È questo che ha denunciato il Casablanca, squadra composta interamente da giocatori di origini marocchine che partecipa al campionato di calcio a 11 Uisp di Forlì-Cesena, minacciando il ritiro dal campionato.

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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'ennesimo insulto subito sabato scorso: "Tornate a casa marocchini di m...", ha gridato uno degli avversari, durante la partita contro il Club Juventinità di Forlimpopoli, vinta per 3-0 dal Casablanca. I giocatori hanno immediatamente avvertito l'arbitro, ma non è stato preso nessun provvedimento, anche per questo è arrivata la decisione, come ha raccontato Rachid Hansal, 41 anni, capitano della squadra.

La decisione del Casablanca ha scatenato un vero putiferio con la Uisp che ha condannato immediatamente l'accaduto, dichiarando solidarietà e vicinanza alla squadra, "nonostante il nostro impegno contro il razzismo - ha detto Gianluca Soglia, presidente provinciale dell'Uisp - casi simili finiscono con il verificarsi anche sui nostri campi. Prenderemo provvedimenti nei confronti del responsabile di questo atto per noi inaccettabile.” e dichiarando di voler sospendere tutto il campionato provinciale.

Nella giornata di oggi venerdì 14 marzo una delegazione del Casablanca è stata ricevuta in Comune dal Sindaco di Forlì Roberto Balzani insieme ad una delegazione della Uisp e al termine dell'incontro la squadra ha deciso di non ritirarsi, «non ci ritireremo dal campionato Uisp. Restiamo in campo perché se no sarebbe una sconfitta rispetto al razzismo» dichiara Youssif Laazizi, difensore della squadra.

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Domenica alle 10:30 quindi il Casablanca scenderà dinuovo in campo nella partita contro il Castelnuovo indossando una nuova divisa, fornita dalla Uisp di Forlì-Cesena, con su scritto 'No al razzismo'. «Era importante sospendere - ha dichiarato Giuseppe Giletto Lazzaro, presidente della lega calcio Uisp Forlì-Cesena - è ancora più importante ripartire uniti. Ci tengo a esprimere solidarietà verso i dirigenti delle tante società sportive Uisp che sono state esposte, quando anche loro ospitano giocatori di altre nazionalità e tutti i giorni fanno attività contro il razzismo».

Quello che è accaduto al Casablanca dimostra come sia fondamentale costruire campagne ed iniziative contro le discriminazioni nello sport, anche nello sport amatoriale, perchè un ventennio di politiche sull'immigrazione fondate sull'odio razziale, la paura delle diversità e la criminalizzazione degli stranieri accompagnate da un uso vergognoso dei media creano mostri e diffondono una cultura altrettante mostruosa. Battersi per uno sport basato sul rispetto e l'uguaglianza è il primo passo per costruire una società libera da pregiudizi e discriminazioni, sta a tutti non accettare l'indifferenza e dare il proprio contributo affinchè un altro modo di fare sport sia davvero possibile.