Quella andata in onda ieri, e lo sarà per le prossime settimane, è l’ennesimo massacro mediatico ai danni di Mario Balotelli. Se è indubbio che in un’Italia, paese di santi e di allenatori, la caccia al capro espiatorio per l’eliminazione ai Mondiali è sempre stato sport nazionale, è altrettanto vero che qualcosa di analogo non è accaduto nel 2010, quando invece le recriminazioni erano state sulle mancate convocazioni. Oggi invece nessuno si lamenta delle assenze (in primis Pepito Rossi), ma ci se la prende con chi in Brasile c’era. Qualcuno (Moggi e Salvini) ha tentato di rinverdire il solito refrain che la colpa è degli oriundi, mettendone in dubbio l’amor di patria, ma con le ultime dichiarazioni di Prandelli e di alcuni “senatori” le colpe sono ricadute soltanto su Balotelli, che certamente colpe ne ha, ma non quelle chi gli vengono attribuite dai compagni di squadra, dall’allenatore e dai media.
A sua difesa c’è da dire: che è stato l’unico, con Marchisio, a metterla dentro, e che l’unico gol vittoria è stato il suo; che è vero che ha sbagliato uno o due gol facili, ma perlomeno è riuscito a tirare in porta, in un Mondiale dove gli azzurri in duecentosettanta minuti hanno centrato la porta non più di cinque sei volte; che dare la responsabilità di essere “il salvatore della Patria” (Prandelli) ad un ragazzo di ventiquattro anni è un bluff per nascondere le pochezze degli altri, e soprattutto impostando un modulo di gioco che rendeva quasi impossibile a Balotelli di “salvare la patria”; che è vero che ha preso due gialli, ma Marchisio, che ha preso un rosso diretto, non è stato vittima dello stesso trattamento. E poi: perché tanto accanimento su un gol sbagliato (quello con la Costa Rica), mentre si preferisce il silenzio sui responsabili dei tre gol beccati dall’Italia? Indubbiamente, molti “senatori” godono di un buon ufficio stampa, lo stesso ufficio che li riesce a sempre premiare con voti non sempre meritati: come nel caso di Pirlo, assai deludente sia con il Costa Rica e ancor più con l’Uruguay, o di Buffon, co-responsabile del gol preso dal Costa Rica. Se Balotelli è stato inconcludente, cosa dire dei suoi sostituti Immobile, Cerci e Insigne? Se poi vediamo i calci presi di sicuro Balotelli è stato tra i più colpiti (e pare che questo fosse un suo “dovere”, secondo il ct). Balotelli ha dichiarato di aver dato tutto (e vederlo spesso in difesa ne è una prova).


Quello che forse lui non sa è che l’Italia da lui vuole l’impossibile, vuole almeno un paio di gol a partita, sennò il voto sarà sempre insufficiente. La Gazzetta dello Sport, nello stesso giorno della partita con l’Inghilterra, decretava “Ultima chiamata per Balotelli”, a dimostrazione della “fiducia” nei suoi confronti Il giorno dopo, visto il gol vittoria, non ha trovato di meglio che titolare: “Balo: il re della giungla”, quasi avesse nostalgia della vignetta di Marini che alla vigilia di un’altra Italia Inghilterra (Europei 2012) riproduceva un Balotelli/King Kong che si arrampicava da scimmione sul Big Ben. Se vinci sei una “scimmia”, se perdi non sei un vero uomo. Come lamentarsi poi che sui social network impazza il cripto razzismo? Non so se i “negri”, come dice Balotelli, non l’avrebbero scaricato con questa facilità. E’ indubbio che uno spogliatoio così non l’aiuta, così come non l’aiuta – a differenza degli altri compagni di squadra - una società, come il Milan, che di fatto l’ha già messo in vendita (prima dei Mondiali).
C’è già chi proclama che l’Italia del dopo Prandelli potrà fare a meno di Balotelli. Il problema è che abbiamo dubbi che possa essere un’Italia migliore, perché i talenti si gestiscono, non li si massacra.