La strana corsa senza chance di Roma e Milano alle Olimpiadi 2024

Roma e Milano in corsa per l'organizzazione delle Olimpiadi del 2024. Fermo restando che fortunatamente (!!!) non c'è a alcuna chance che l'una o l'altra possa spuntarla, è opportuno fare delle considerazioni.


I grandi eventi sportivi nel nostro Paese nella migliore della ipotesi sono seguiti da scandali e inchieste. Nella peggiore queste arrivano addirittura prima dell'evento stesso. Vogliamo ricordare la vicenda delle piscine ai Mondiali di nuoto di Roma? Il volume "Sciacalli" di Corrado Zunino ripercorre quegli anni in cui i protagonisti delle vicende legate alla costruzione delle piscine che alla "ricostruzione"de l'Aquila post terremoto in Abruzzo sono gli stessi. Senza dimenticare che erano anche stessi anche nel caso del ... G8 de La Maddalena... E' roba di pochi anni fa, ma oggi i nomi di Anemone o dello stesso Bertolaso sembrano echi lontani.


E i Mondiali '90? Stadi mai finiti, Padova; parcheggi sotterranei inutilizzabili da subito, Verona; addirittura impianti come il Delle Alpi di Torino che lo hanno già abbattuto da quanto era ben progettato. Vogliamo dire qualcosa anche delle Olimpiadi in quella stessa città? Di piste costruite e ora abbandonate? Erano nati comitati cittadini che denunciavano non solo gli sprechi ma anche l'inutilità di certe opere.


Ce ne sarebbe da dire, a riguardo, ma ce ne siamo occupati tanto in passato e sembra quasi retorico tornare sempre sugli stessi argomenti.


Restando alle Olimpiadi, non credo serva andare tanto lontano per vedere cosa hanno determinato per l'intera economia della Grecia.


La gente queste cose le sa e ha sempre contestato questo tipo di manifestazioni proprio per questi motivi. E infatti FIFA e CIO si sentono più tranquille a organizzare i prossimi eventi dove c'è un maggior controllo sociale, per evitare problemi. In Qatar, in Russia e così via.


In Brasile dove mi trovo ho potuto constatare che i prezzi sono ancora cresciuti. Con la Confederation Cup di Giugno scorso sono spariti a Rio De Janeiro i taxi collettivi. Snellivano il trasporto urbano e offrivano un ottimo servizio a un prezzo ragionevole. Sostituiti da eleganti pulmini azzurri gestiti da una grossa società, questi ovviamente non si arrampicano per le favela come invece faceva chi oggi non può lavorare più. Le persone sono costrette a lunghe camminate in salita. Per fortuna nelle favelas resistono ancora le moto-taxi, ma ormai non arrivano praticamente più in città perché di fatto sono fuori legge.


Sono solo altri piccoli esempi oltre a quelli di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli, ma danno l'idea della portata che ha sulle abitudini delle persone un evento di questo genere. E sulla ricaduta economica che è opposta a come teoricamente dovrebbe essere secondo la logica di chi queste cose le sostiene e le organizza.


Non sono i governi a decidere su quanto accadrà nel territorio dove capitano, bisogna dirlo, queste sciagure. Sono la FIFA, il CIO e tutto quella che ci va dietro, a decidere e determinare.


Viaggiare mette al riparo da "programmi demenziali con tribune elettorali", è vero, ma va da sé che anche solo sentire che gli illuminati che governano il Paese verso dove è indirizzato il mio biglietto di ritorno intraprendono certe iniziative spacciandole per grandi opportunità fa pensare sul fatto che forse non dovrei essere io quello all'estero.