Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges

Un 25 aprile meraviglioso è quello che abbiamo vissuto in piazza San Francesco, nel cuore del Pratello a Bologna, in una giornata tanto importante e oggi più che mai significativa come quella della Liberazione dal nazifascismo.

La nostra squadra di calcio, Hic Sunt Leones e la palestra popolare Tpo, aderendo alla campagna nazionale “gioco anch’io” ha pensato di caratterizzare questo 25 aprile non limitandosi esclusivamente alla pratica irrinunciabile dell’antirazzismo, ma focalizzando l’attenzione sul tema dei diritti, sulla questione dell’accesso allo sport e al calcio in particolare che oggi, nel momento in cui l’emigrazione verso il nostro paese è un fenomeno costante, resta colpevolmente indietro mostrando un sistema che è incapace di evolversi e che con le sue regole anacronistiche impedisce ai migranti senza permesso di soggiorno di praticare questo fantastico sport, violando apertamente quello che secondo noi è il più fondamentale dei diritti, quello alla felicità. Ci riferiamo principalmente alla norma palesemente discriminatoria secondo cui un figlio di migranti nato in Italia dopo esser diventato maggiorenne, essendo privo di cittadinanza o un giovane che arriva nelle nostre città per ricongiungersi alla sua famiglia, incontra enormi difficoltà, soprattutto burocratiche per continuare o iniziare l’attività agonistica.

Il nostro 25 aprile ha ripudiato con decisione tutto questo, risultando estremamente incisivo. Al torneo hanno partecipato circa 15 squadre, alcune organizzate altre composte da tante e tanti che si sono incontrati al momento. Era previsto un tabellone senza nessuna classifica, ogni partita era una nuova occasione, una nuova entusiasmante sfida. Tre squadre erano composte da migranti del centro Villa Aldini e altre due dalla Comunità minorile del carcere del Pratello che stabilmente, ormai da quasi un anno, intrattengono relazioni con l’Hsl. Numerosa è stata la partecipazione di squadre miste e la presenza di bambine e bambini, in un lungo momento di socialità e di passione all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Ne è nata una stupenda giornata di resistenza, di socialità, di condivisione di esperienze, di mescolanza di sguardi e di vite all’insegna di quello che è realmente il calcio e lo sport, in netta opposizione alla cultura della prevaricazione dell’avversario, dell’imbroglio finalizzato alla vittoria, di tutta questa “cultura” che ha ormai privato il calcio della sua essenza popolare. Niente di meglio che una piazza così importante in una giornata tanto significativa trasformata in un campo meraviglioso e partecipato, per affermare il diritto allo sport, al divertimento, alla felicità. E siamo solo all’inizio!

HicSuntLeones football antirazzista -Bologna