di Ivan Grozny

La crisi economica colpisce tutti i settori della società, nessuno escluso. Anche lo sport, a maggior ragione quello non professionistico soffre questa situazione.

CSI, Uisp, Acli, ACSI e AICS promuovono un incontro nazionale con titolo più che emblematico: “Dare voce allo sport di base”. Più di quattromila realtà hanno aderito all’appello sul sito www.voceallosport.it .

 

Sabato 3 marzo, circa duecento di queste realtà si sono ritrovate a Roma presso la sala dell’Acquario Romano, in piazza Manfredo Fanti.

Sedie in circolo, un grande schermo che trasmette immagini di quello sport che in tv non viene quasi mai raccontato, salvo qualche rara eccezione. L’intenzione è quella di dare voce a tutti i presenti, e quindi si scegli una formula secondo me molto azzeccata. Tre minuti a intervento, blocchi di tre o quattro realtà per poi tirare le somme passo per passo di quanto viene detto. Due ragazze arbitro hanno il compito di garantire a tutti lo stesso spazio, e armate di fischietto segnalano quando termina il tempo.

Sono Valerio Piccioni della Gazzetta dello Sport ed Enrico Varriale di Raisport a dirigere i lavori.

Quello che ne esce è un quadro fatto di tantissima gente che attraverso l’attività sportiva riesce a coinvolgere e fare praticare sport a disabili, stranieri, richiedenti asilo, bambini.. E tutto con gran fatica perché i costi da sostenere sono davvero alti per ogni una di queste attività. E stiamo parlando di discipline di ogni tipo. Dal nuoto alla scherma, dalla vela al basket, dal calcio alla pallavolo. Dagli interventi si evince la necessità di regolare lo sport di base con regole diverse rispetto a quello professionistico. Molto diverse. E’ una necessità che è emersa in modo forte. Pensiamo solo alla questione tesseramenti, agli italiani di seconda generazione, tanto per fare un esempio. E un forte richiamo alla FIGC è stato fatto attraverso l’appello “Gioco anch’io” ( si trova su Facebook ) che è nato qualche settimana ad Ancona in seguito all’assemblea che ha visto polisportive  e palestre popolari incontrarsi e confrontarsi su temi molto simili a quelli dibattuti a Roma.

Sabato si è parlato anche dei tagli che ha subito lo sport para-olimpico. Non stiamo parlando solo di quegli atleti che andranno alle manifestazioni internazionali, che hanno anche loro visto tagliati gran parte dei finanziamenti, ma anche a tutti coloro che trovano nello sport un’attività primaria di socialità e benessere. Lo sport è una risorsa. E’ bene ricordarlo.

Non una parola di quelle sentite sabato deve andare sprecata, perché c’è molta voglia di sport a maggior ragione in un momento di crisi che non è solo economica, ma sappiamo anche quanto essere sociale.

Ottima quindi questa iniziativa, che speriamo sfoci al più presto in soluzioni concrete. Non dimentichiamo che erano presenti rappresentanti di istituzioni sportive come il CONI, ma anche politici di diversi schieramenti politici che hanno potuto ascoltare le istanze che sono state presentate.

E’ sicuramente un primo passo questo incontro, ma difficile pensare che non abbia un seguito,  perché ci si è ritrovati con persone provenienti davvero da ogni parte della penisola. Tutte con le idee chiare di quello che deve essere lo sport e della funzione sociale che può e deve svolgere.