La Paternal è il quartiere dove condivisione e solidarietà, orgoglio e appartenenza ad una comunità, sono valori imprescindibili se si vuole vivere e crescere lì. Fondato nei primi anni del 1900 per favorire e accogliere i lavoratori stranieri, per lo più europei e nello specifico tanti italiani arrivati in Argentina a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo.

Basta passeggiare per le vie del quartiere per rendersi conto della forte presenza, passata, di italiani. Le case sono le stesse che troviamo nei paesini del sud Italia: basse, massimo due piani e colori chiari e la tradizione culinaria è tipica nel nostro Paese. È il quartiere più a sinistra di tutta la Capital Federal , sicuramente per la forte presenza di operai e di migranti che hanno saputo, negli anni, integrarsi e cooperare fra loro continuando e facendo propria la forte identità che contraddistingue questo barrio, da sempre, da tanti altri quartieri della città molto meno identitari. La Paternal offre un'ottima passeggiata, tranquilla e rilassante dove ogni tanto si incontrano bar pieni di giovani dove poter bere birra e mangiare ottime pizze.

Come in tutte le zone della capitale, anche a La Paternal, si respira e si pratica calcio in ogni angolo, da Avenida San Martín ad avenida Chorroarin passando per av. Warnes, in ogni bar, in ogni locale. Anzi, la fortissima identità del quartiere e dei suoi abitanti e la gloriosa storia del club polisportivo fanno si che che pronunciare La Paternal è la stessa cosa che pronunciare l'Asociación Atlética Argentinos Juniors (AAAJ)

Uno vale l'altra: “yo soy Argentinos porque soy de La Paternal” cita una famosa canzone argentina. Effettivamente è così. Mai vista né sentita una vicinanza così forte fra abitanti di un piccolo-medio quartiere e la propria squadra di calcio. In un certo senso, pur essendo in mezzo alla città tra Chacarita, Villa del Parque e Villa Crespo, vivere a La Paternal è come vivere in una cittadina appena fuori dalla fantastica e caotica Buenos Aires. Qui non ci sono Boca o River o San Lorenzo che tengano, qui si tifa Argentinos!

Il club di futbol è l'orgoglio della sua gente, dei suoi tifosi. La vicinanza e la solidarietà agli ambienti di sinistra è testimoniata fino dai primi anni di fondazione della società che venne, inizialmente, chiamata “I martiri di Chicago” in onore delle otto vittime anarchiche delle rivolte di Chicago di piazza Haymarket alla fine del diciannovesimo secolo. Come per il quartiere, il principio della forte identità vale anche per la squadra di calcio, anzi forse qui vale ancora di più perché i gradoni e i locali dello “Estadio Diego Armando Maradona” sono attraversati e vissuti dai propri tifosi. Uno stadio nelle mani dei propri tifosi, fatto a misura per loro, basta andarlo a visitare (all'interno si trova l'interessante museo dell'associazione atletica) per rendersene conto, non ci sono tifosi turisti arrivati dal resto del mondo come può accadere alla “Bombonera” o al “Monumental” ma ci sono sempre loro, i soliti tifosi dell'Argentinos, tanti i pensionati che dedicano il loro tempo libero alla società, tutti i giorni, nessuno escluso.

Insomma qui a La Paternal il calcio è dei tifosi, loro fanno la storia dell'Argentinos.

La storia calcistica dell'AAAJ è ricca di grandi e gloriose soddisfazioni. Come dimenticare la bellissima finale di “Coppa Intercontinentale” nel 1985 contro la Juventus? Ma è il suo vivaio, di cui la Hinchada ne va orgogliosa, a pesare positivamente sulla storia di questo club. Da qui, da La Paternal, viene fuori il giocatore più forte del mondo di tutti i tempi: Diego Maradona e da qui che vengono lanciati giocatori come Cambiasso, Riquelme, Redondo, Borghi, Batista, Ortigoza e Sorin. Crescere giovani calciatori insegnando loro uno stile di vita rispettoso verso gli altri e dignitoso e uno stile calcistico improntato sul divertimento è la priorità per “el Semillero” (termine argentino usato per specificare la bravura del club nel lanciare giovani promesse del calcio).

Oggi l'Argentinos milita nel “Nacional” ma per i tifosi non cambia nulla. La categoria non importa, la fede e la passione per “los Bichos Colorados” va oltre ogni risultato e i gradoni del “Maradona” sono sempre gremiti, ancora di più dopo il ritorno del loro idolo: Roman Riquelme, campione argentino, che ha deciso un anno fa di chiudere l'ottima carriera lì dove è iniziata: a “La Paternal”.