Assistiamo ancora oggi a gravi discriminazioni quando si tratta di donne e sport e c'è ancora tanto da fare per la parificazione dei diritti, ma ci sono delle grandi donne che hanno lottato con forza e coraggio per l'accesso alla pratica sportiva, che si sono esposte in primo piano, hanno dedicato la loro vita allo sport anche quando sembrava impossibile sfidando la politica e l'opinione pubblica ed arrivando a conquistare risultati inimmaginabili.

Queste donne non hanno ricevuto alcun riconoscimento, ma noi non le vogliamo dimenticare e vogliamo restituire loro l'importanza e la visibilità che meritano.

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Alice Joséphine Marie Milliat (cognome da nubile Million) definita La suffragetta dello sport, La Pasionaria, La Militante, nasce a Nantes, il 5 maggio del 1884, dai genitori Hyppolite e Joséphine Million, proprietari di un negozio di alimentari del centro cittadino. Il 10 maggio 1904 Alice sposa l'impiegato Joseph Milliat e rimane vedova dopo soli 4 anni. Non avendo figli Alice si dedica allo studio e allo sport, si appassiona al canottaggio ed è la prima donna a vincere premi in questo sport.

Alice nasce in un periodo storico in cui i diritti delle donne sono limitati in qualsiasi ambito e lo sport non è certo escluso. Nei primi anni del Novecento la maternità, vista come la funzione più naturale e moralmente adeguata per le donne, non è compatibile con le attività sportive.

Le donne sono viste come fisicamente fragili e non adatte alle competizioni, inoltre l'abbigliamento, estremamente costrittivo e coprente, non permette i movimenti necessari per lo sport, se non per qualche disciplina considerata d'élite come il tiro con l'arco. Con la diffusione della bicicletta a partire dalla fine dell'Ottocento, le donne trovano un'occasione per legittimare abiti meno formali, meno decorativi e più funzionali al movimento e questo grande cambiamento porta all'avvicinamento allo sport al femminile.

 

 

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Alice dedica la sua vita all'attività sportiva e nel 1911 entra a far parte di Femina Sport, una società sportiva francese che promuove lo sport femminile, combinando danza e sport, diventandone presidente dopo 4 anni.

Femina Sport promuove anche sport considerati tutt'oggi prettamente maschili, come rugby, calcio e ciclismo, creando scandalo e scalpore nell'opinione pubblica.

Nel giugno del 1918 diviene segretario generale della Société Feminine du Sport, e nel marzo 1919 viene eletta presidente a unanimità di voti. Prima di allora i leader dei club sportivi in Francia erano tutti uomini. Sotto la sua direzione l’associazione organizza campionati di atletica leggera e di hockey, football e basketball.

Il barone Pierre de Coubertin, fondatore dei giochi olimpici moderni, non solo non aveva previsto che le donne potessero partecipare alle competizioni, ma era fortemente contrario. Aveva indubbiamente in mente una competizione fra soli uomini, dove essi potessero dar prova di forza e coraggio.

Chiaramente in disaccordo e convinta che lo sport femminile abbia tutto il diritto di svilupparsi e avere delle competizioni ufficiali, Alice Milliat fonda nel 1921 la F.S.F.I. Federation Sportive Fèminine Internationale e le iscrizioni alla federazione aumentano esponenzialmente.

Sfidando apertamente de Coubertin organizza nel 1922 a Parigi, le prima Olimpiadi delle donne, Jeux Olympiques Féminins, tre giorni di sport al femminile con la partecipazione di sportive provenienti da Francia, Cecoslovacchia, Inghilterra, Italia e Stati Uniti.Le gare vengono seguite da 15.000 spettatori e le partecipanti provengono da ogni classe sociale. Questo causa il disappunto di de Coubertin, e non solo. Le medaglie vinte dalle atlete non vengono mai riconosciute ufficialmente, ma questa prima grande competizione è solo l'inizio.Alcuni anni dopo, lo svedese Sigfrid Edström, primo presidente della Federazione Internazionale di Atletica Leggera (IAAF), proibisce ad Alice Milliat di usare il termine "Olimpico" in riferimento ai suoi giochi femminili. Nel 1926 Alice, con l'appoggio della Svezia, organizza a Goteborg la seconda edizione dei giochi femminili chiamata "Women's World Games". I giochi vengono riproposti per la terza volta a Praga nel 1930 e a Londra nel 1934, tutti con una cadenza quadriennale, con un chiaro rimando alle Olimpiadi.

La provocazione verso le Olimpiadi maschili è ormai più che evidente e anche de Coubertin è costretto ad ammorbidire le sue opinioni sullo sport femminile.Nel 1929, ad Amsterdam, per le prima volta alle atlete è permesso di gareggiare in 5 prove di atletica leggera alle Olimpiadi, lo sport femminile riceve finalmente un riconoscimento, dopo la grande lotta di Alice, che sfida l'opinione pubblica, la tradizione e la politica maschilista dell'epoca.

Alice Milliat muore a Parigi il 19 Maggio del 1957, nel totale anonimato, è sepolta nel cimitero Saint-Jacques de Nantes, in una concessione della famiglia Brevet, quella di sua madre. Il suo nome non appare nemmeno sulla sua tomba.

Noi non vogliamo ne possiamo dimenticare il suo coraggio, la sua passione e la sua vita, dedicata ai diritti delle donne nello sport. La sua sfida alle Olimpiadi maschili e l'inevitabile apertura allo sport femminile è una vittoria non solo perché finalmente rende ufficiali le competizioni delle donne atlete, ma è anche una vittoria sociale e politica, che crea una frattura e un cambiamento in un momento storico in cui alle donne erano riservate la vita domestica e la maternità.

Fonti

https://www.sportmagazinefvg.it/racconti/alice-milliat-donna-sportiva-visionaria/

 

https://allascopertadelledonne.wordpress.com/2016/03/25/alice-milliat/

 

http://www.storiedisport.it/?p=13981

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Alice_Milliat

 

https://www.ouest-france.fr/pays-de-la-loire/alice-milliat-pasionaria-du-sport-feminin-1580000