Agio Antonios é una delle ultime fermate della linea 2 di Atene. Scendendo qui, si é a Peristeri, comune di circa 400.000 abitanti alla periferia occidentale di Atene. A qualche centinaio di metri si trova lo stadio dell'Atromitos, club che milita nella Superliga, la serie A greca. Da una decina di anni, in seguito a due fallimenti é tornato nella massima serie, nelle competizioni europee, tra cui recentemente i preliminari di Europa League con il Legia Varsavia.

 


Guardando i murales e le scritte nei dintorni e sulle pareti dello stadio si capisce subito di essere in territorio antifascista. Peristeri ha una tradizione popolare e l'Atromitos ("senza paura" in greco) è seguita dai Fentagin, gruppo ultras nato nel 1980. Come per tutti i piccoli club non é facile essere tifosi dell'Atromitos quando a poche fermate di metro di distanza giocano Olympiakos, Panathinaikos ed Aek Atene. E non é un caso quindi che per i Fentagin le relazioni con le sezioni ultras dei club ateniesi di Peristeri siano turbolente. Seppur la denominazione ufficiale del club sia "Atromitos Athens", i Fentagin rimarcano con forza sia negli stendardi che nel materiale ("Peristeri, not Athens") il senso di appartenenza per la propria città.
Nonostante sabato si sia giocata una partita di serie A contro il Paok, campione in carica, l'atmosfera sia fuori che dentro lo stadio é d'altri tempi, in cui prevale l'aspetto popolare e umano rispetto al calcio-business. Ad esempio niente biglietti nominali, blandi controlli all'ingresso, tifosi sui terrazzi dei palazzi adiacenti a guardarsi la partita. Altro punto inusuale, almeno per l'Italia,  per seguire il match é dai tavolini del bar dei Distinti, gustandosi i tipici spiedini soulvaki.

 


I Fentagin trovano collocazione, guardando dal campo, nella parte destra della tribuna che in Italia solitamente si chiama Distinti. Tifo caldo in puro stile greco con cori ritmati dal tamburo. Viene esposto per alcuni minuti uno striscione in ricordo di Killah P, il rapper antifascista ucciso dai nazisti di Alba Dorata il 18 settembre 2013.

 


Il Paok nel giro di 20 minuti é già in vantaggio per 2-0, per la gioia dei circa 150/200 tifosi ospiti giunti da Salonnico. In apparenza non sono presenti gli ultras del Gate 4, in quanto le trasferte sono praticamente vietate, anche se nella sostanza sarebbe piú preciso dire  che sono fortemente ostacolate alle realtà organizzate. I biglietti non vengono messi a disposizione, ma partendo con molto anticipo e in un certo senso in una forma "casual", é possibile entrare allo stadio. È una situazione simile al primo anno in cui entrò in vigore la tessera del tifoso in Italia, in cui i "non tesserati" trovavano posto non nel settore ospiti, ma nelle vicinanze dei locali. Infatti i tifosi del Paok sono separati da un piccolo cordone di poliziotti antisommossa dai tifosi della tribuna locale.

 


Gli ospiti sono spesso oggetto di cori da parte dei Fentagin, in cui vengono accusati di essere  "l'Olympiakos di Salonnico", ossia di essere degli "ultras di professione" pagati dal club (tutto il mondo é paese...) come i biancorossi del Pireo.
Il presidente dell'Olympiakos, Marinakis, oltre ad essere stato indagato per corruzione in un'inchiesta sul calcio-scommesse e sotto processo con l'accusa di essere il proprietario di una nave, in cui nel 2014  sono state ritrovate 2,1 tonnellate di eroina nel porto di Eleusi, é anche il testimone di nozze della sorella del nuovo premier greco, Mitsotakis, e finanziatore del partito di destra Nea Demokratia, ora al governo.
Tornando alla partita, la temperatura del settore dei Fentagin sale al gol del pareggio dei padroni di casa ad inizio secondo tempo.

 


Il finale é ricco di colpi di scena: il Paok segna il terzo gol, ma dopo una lunga attesa viene annullato dal Var. Nei minuti di recupero la spunta di nuovo il Paok con un altro gol sugli sviluppi di un calcio da fermo. Il finale della partita é stato un contrasto di emozioni a causa del Var. È incredibile come questa innovazione possa trasformare nel giro di pochi minuti una spontanea esultanza senza ritegno in una doccia fredda, se l'arbitro annulla poi il gol. Se da un lato questa tecnologia riduce gli errori, ad esempio rispetto al fuorigioco, dall'altro sta cambiando radicalmente il modo di vivere le partite.
Al di là del risultato e del Var, Peristeri é un posto ottimo per vivere un calcio ancora legato ai tifosi e alle persone.