La Lega Pallavolo Serie A italiana, insieme ad Assist (Associazione Nazionale Atlete) ha scelto di essere promotrice e capofila di un importante progetto Europeo: Fair Coaching.

L'obiettivo di questo progetto è quello di promuovere il rispetto e i valori positivi tra allenatori e trainer professionisti e di base, contrastando comportamenti sessisti, violenti e discriminatori per garantire un ambiente sportivo sano e stimolante per atleti e atlete professionisti e giovani atleti e atlete.

Gli allenatori e le allenatrici svolgono un ruolo essenziale per garantire questo obiettivo: lo studio Sport Coaching Workforce Workforce Data Collection Across Five Countries (Leeds, UK: CoachLearn) ha stimato che nell'Unione Europea sono attivi tra i cinque e gli otto milioni di allenatori. Si arriva ad una cifra stimata di nove milioni, se comprendiamo i molti volontari in questo ruolo, tutti con il compito di dare la possibilità di accedere e praticare sport a milioni di partecipanti provenienti da diversi contesti sociali, geografici, culturali, a diversi livelli di preparazione tecnica.

Il problema delle molestie nello sport e dei comportamenti inappropriati da parte di allenatori/allenatrici o tecnici è stato purtroppo evidenziato e riportato dai principali quotidiani e media di tutto il mondo da  clamorosi casi e denunce di atlete famose, come il terribile caso di molestie avvenuto per anni verso le atlete della National Gymnastics degli Stati Uniti d'America.

Al di là di queste notizie di cronaca, purtroppo si assiste ad una vasta serie di episodi segnalati e non, di sessismo, discriminazione, abusi fisici e verbali, comportamenti violenti/aggressivi fino alle molestie sessuali, perpetuate dagli allenatori contro gli atleti, soprattutto giovani atleti e in particolare sulle atlete.

Gli studi e le ricerche sulle molestie sessuali e gli abusi nello sport non sono molti; pochissime sono le ricerche condotte in questo campo (anche se molti sono i resoconti aneddotici), e sono ancor meno le informazioni e i dati disponibili quando si tratta di episodi di sessismo, comportamenti offensivi o aggressivi e disparità di trattamento. Questi comportamenti, anche se non arrivano all'abuso sessuale, sono un segno del livello di discriminazione e di ingiustizia culturalmente e socialmente accettate, che stanno ancora offuscando sia lo sport di base che quello professionale.

 

 

Questo avviene anche in paesi europei come la Svezia, con una forte reputazione di uguaglianza di genere e una società più equa e sicura. Lo scorso anno lo sport svedese è stato scosso da diversi scandali di abusi sessuali, in particolare nella ginnastica giovanile. Attualmente le singole associazioni sportive svedesi sono responsabili della gestione di gravi problemi come le molestie, la violenza e gli abusi. La Confederazione Svedese dello Sport le sostiene in questo lavoro, ma assistiamo anche qui alla mancanza di metodi e sistemi utilizzati per affrontare queste problematiche, con una grande difficoltà nell'attuare un cambiamento reale.

C'è quindi bisogno di sistemi più integrati e coordinati con strumenti concreti per l'educazione, l'identificazione, il monitoraggio di questi fenomeni. 

Secondo gli studi disponibili realizzati negli ultimi 15 anni, sono stati riscontrati ovunque episodi di molestie e abusi nello sport: uno studio tra le studentesse sportive negli Stati Uniti ha rilevato che il 19% delle studentesse intervistate ha subito molestie sessuali;  nel Regno Unito, il 21% delle atlete di club ha subito molestie sessuali, mentre uno studio dell'Edinburgh Centre for Learning in Child Protection ha evidenziato che su un campione di oltre 6000 giovani nel Regno Unito, il 75% ha subito abusi emotivi all'interno dello sport giovanile organizzato. In uno studio condotto in Turchia, 200 su 356 sportive (56%) hanno rivelato di aver subito molestie sessuali nello sport. Uno studio danese condotto su studenti di scienze dello sport ha rilevato che il 25% degli intervistati era a conoscenza di, o aveva subito, molestie sessuali da parte dell'allenatore di un atleta di età inferiore ai 18 anni.

La ONG Human Rights Watch ha presentato a febbraio 2020 un documento di 70 pagine dal titolo: "I was I so many times I can't count. Abusi su bambini atleti in Giappone", in cui descrive una grave situazione di abusi su giovani e giovanissimi atleti e atlete giapponesi (https://www.hrw.org/report/2020/07/20/i-was-hit-so-many-times-i-cant-count/abuse-child-athletes-japan).

In Italia, il CONI ha comunicato che il sistema sportivo italiano è intervenuto 44 volte su procuratori accusati di reati sessuali e paradossalmente, anche se alcuni di loro erano già finiti in carcere, potevano ancora allenare.

Tutti gli studi rilevati mostrano che il numero di molestie e abusi nello sport è assolutamente in linea con quello più  generale, non collegato allo sport: questo ci dimostra che lo sport è solo un'altra arena sociale che purtroppo è affetta dallo stesso problema endemico presente nelle nostre società. I risultati degli studi sulle molestie sessuali sul posto di lavoro e nei contesti educativi, ad esempio, indicano che le organizzazioni sportive e persino le scuole sportive finiscono per rappresentare culture in cui le molestie sessuali possono facilmente verificarsi, perché si è scoperto che i rapporti di genere, le atmosfere sessualizzate e il potere organizzativo influenzano sia l'incidenza che il mantenimento delle molestie sessuali sul posto di lavoro, nelle realtà sportive e nel mondo accademico (Hotelling & Zuber 1997).

 

 

 

 

 

   

Fair Coaching propone un'azione che possa migliorare l'equità nello sport rivolgendosi al principale gruppo target che genera il problema: gli allenatori, sia maschi che femmine. Infatti, nonostante la gravità e l'urgenza di questi problemi, riconosciuti anche dalle istituzioni sportive nazionali e internazionali, sono spesso assenti dai programmi di formazione specifici per gli allenatori.

Con il coinvolgimento diretto di altri 7 partner europei, la Lega Pallavolo Serie A porta anche in Italia una riflessione e un lavoro pratico per promuovere la diffusione del rispetto tra gli allenatori/allenatrici e trainer, sia professionisti che di base. Un intervento importante per combattere il sessismo nel mondo sportivo, la violenza e le discriminazioni, perché i giovani e le giovani, gli atleti e le atlete, professionisti e non, possano allenarsi e gareggiare in un luogo sicuro, con degli adulti di riferimento consapevoli e formati.  Tra i partner del progetto troviamo Assist- Associazione Italiana Atlete, da sempre in prima fila nella lotta per i diritti delle donne sportive in Italia; Alice Milliat Association (FAMI), associazione francese creata nel 2014 con l'obiettivo di sostenere su tutti i fronti lo sport femminile; FARE Network,  un ONG europea che coinvolge singoli individui, gruppi informali e organizzazioni che combattono le diseguaglianze nel calcio e considerano lo sport come mezzo per il cambiamento sociale; KEA - Fair Play CODE Hellas, entità giuridica di diritto privato che si occupa di trasparenza e integrità nel mondo sportivo, offrendo servizi di educazione, formazione e sensibilizzazione; Serbian Rugby League Federation, la Federazione Serba di Rugby, impegnata nella diffusione di uno sport non ancora diffuso nel suo territorio, con le sue specificità e i suoi principi condivisibili; Girls in Sport, fondazione svedese che lavora con vari progetti nel campo dello sport e degli sport d'avventura, con l'obiettivo di creare un cambiamento nella società, con e per le ragazze e le donne e infine Finnish Coaching Association, organizzazione di riferimento per tutti gli allenatori attivi in Finlandia e di tutti i servizi che promuovono l'attività di coaching, con lo scopo di favorire il successo e il benessere della squadra e di tutti i suoi membri.

Gli 8 partner stanno già lavorando insieme per la prima parte del progetto, che prevede una raccolta dati in tutti gli stati europei coinvolti. Per fare questo sono stati creati e tradotti due questionari, uno rivolto alle istituzioni sportive e uno alle atlete e atleti di ogni livello.

Il primo questionario è rivolto alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Istituzioni Sportive Nazionali, alle Istituzioni Sportive Internazionali, alle Organizzazioni Internazionali, alle Istituzioni sportive e Università - Scuole e i suoi obiettivi sono principalmente 2: identificare le politiche o i piani d'azione esistenti o altri documenti o procedure volti a identificare, monitorare o combattere comportamenti scorretti e discriminatori nel coaching (comportamenti machisti o sessisti, escluse le molestie sessuali) nei confronti di tutti gli atleti e in particolare delle giovani atlete. Questo può includere codici di condotta o linee guida etiche applicabili al coaching sportivo e alla formazione. Inoltre identificare e raccogliere tutti i dati e le informazioni esistenti sul coaching scorretto nello sport di base e professionale.

 

Qui il link per la compilazione in italiano: https://docs.google.com/forms/d/1xtel90-6SQcdrjcVma4jgdFAGg4kO60QhtMY3HefPNk/viewform?edit_requested=true

 

Il secondo questionario è rivolto ad atlete e atleti di ogni livello e chiede di riportare la propria esperienza personale con allenatrici e allenatori. Il ruolo dell'allenatore/allenatrice è quello di aiutare le atlete e gli atleti ad elevare le loro prestazioni al massimo livello possibile. Oltre ad insegnare le competenze specifiche dello sport, l'allenatore dovrebbe anche insegnare e infondere ai suoi atleti capacità di vita come la leadership, il lavoro di squadra e la costruzione del carattere. Il ruolo primario dell'allenatore è quello di facilitare il processo di sviluppo individuale attraverso il raggiungimento di uno sviluppo atletico. Per adempiere a questo ruolo, l'allenatore deve comportarsi in modo etico, fornire un modello di ruolo positivo e applicare un rafforzamento coerente e chiaro verso le azioni e i comportamenti corretti.

Il ruolo dell'allenatore è quindi cruciale come ambasciatore, educatore e custode dei valori etici del fair play nello sport.

 

Qui il link per la compilazione in italiano: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfXjym1fe7oD4uNasRU1xE5pYyWPyw1ciebuJUgVa3mKBTOGQ/viewform?fbclid=IwAR1ZZDGTsfLFPcSzYU9MlD3U00DO0BxL-1N0CC1KrCqHgKPWC6wLxHHHNMs

 

I link per i questionari sono condivisibili e la raccolta dati permetterà di avere un quadro della situazione in Italia e nei paesi europei partner (Svezia, Olanda, Grecia, Serbia e Finlandia).

Vista la scarsissima presenza di dati sull'argomento, la compilazione è molto preziosa e utile anche per creare in seguito una formazione ad hoc, che possa rendere allenatori e allenatrici più consapevoli su un argomento tanto importante, quanto poco affrontato: le molestie, il sessismo e le discriminazioni nello sport di ogni ordine e livello.