Althea nasce a Silver, nella Carolina del Sud, il 25 Agosto del 1927, da Daniel Gibson e Annie Bell. I genitori sono raccoglitori di cotone. Nel 1930 si trasferiscono a Harlem, quartiere variegato e complesso di New York, dove nasce la sua passione per il tennis, quando un vicino di casa le regala la sua prima racchetta.

Entra molto giovane nella American Tennis Association (ATA) e vinci i campionati nazionali juniores a 17 e 18 anni, per poi vincere nel 1947 il primo di dieci titoli nazionali femminili ATA consecutivi.

In quegli anni, ai neri americani era vietato salire sugli autobus o entrare nei negozi , e anche nel tennis era in vigore la segregazione.

Nel 1916 l'USTA (United States Tennis Association) decide di fare una dichiarazione politica escludendo gli afroamericani dalle competizioni sportive. In risposta al divieto dell'USTA, il 30 novembre del 1916, un gruppo di uomini d'affari, medici e professioni universitari afroamericani fonda l'ATA (American Tennis Association) a Washington. La missione è quella di costruire infrastrutture per i tornei di tennis nero e promuovere il gioco all'interno delle comunità afroamericane, permettendo agli atleti di disputare tornei alternativi a quelli che l'USTA aveva vietato.  E' grazie a questa associazione che Atlhea può iniziare la sua carriera sportiva e disputare i suoi primi tornei di tennis. 

L'ATA esiste ancora oggi ed è molto attiva. Nel 2017 Serena e Venus Williams hanno donato 1 milione di dollari per la costruzione di un centro tennistico in Florida, che comprende un museo sulla storia e i successi degli atleti neri.

Ad Althea non bastano i suoi successi all'interno dell'ATA, vuole uscire dal mondo della segregazione. La lotta alle discriminazioni passa attraverso molti canali, uno di questi è lo sport. Decide di sfidare la società razzista inviando la domanda di iscrizione ai vari circoli tennistici del paese, vietati ai giocatori neri. Il mondo del tennis, considerato uno sport per uomini e donne ricchi e bianchi, percepisce questa sua grande ambizione come un affronto.

 

 

Althea però non è sola: Alice Marble (1913-1990), tennista bianca, scrive un editoriale sull'American Lawn Tennis Megazine dichiarando "Se il gioco del tennis è uno sport per gentiluomini e gentildonne, è tempo di comportarci un po' di più come persone gentili e un po' di meno come ipocriti bigotti. [...] Se Atlhea Gibson rappresenta una sfida per l'attuale raccolto delle donne che praticano questo sport, è giusto che a tale sfida si risponda sul campo."

Una donna atleta, aiuta e sostiene un'altra donna come lei, chiedendo di portare la sfida sul campo, come lo sport richiede, contrastando le decisioni razziste dell'USTA e la mentalità chiusa del mondo del tennis americano.

Un'altra donna sostiene Althea nella sua battaglia: Sarah Palfrey (1912-1996), grande campionessa di tennis dell'epoca, decide di sfidare il sistema iniziando ad allenarsi con Atlhea.

Grazie alla sua tenacia, al suo coraggio e alle donne e uomini che l'hanno sostenuta, Atlhea riceve l'invito a competere ai prestigiosi campionati dell'Eastern Lawn Tennis Association Grass Court, che si giocavano a Orange, nel New Jersey.

Nel 1950 fa il suo debutto ufficiale come tennista professionista, con la partecipazione ai campionati USA a Forrest Hills. Il 26 maggio del 1956, batte in finale al Roland Garros la britannica Angela Mortimer per 6-0, 12-10. E' la prima "American Black" scrive Bud Collins nella Tennis Encyclopedia: "Nessun giocatore ha dovuto superare più ostacoli per diventare un campione di Althea Gibson, "the first black" a vincere a Wimbledon e Forest Hills" (Bud Collins' Modern Encyclopedia of Tennis, Collins B., Hollander, Z. , Doubleday, 1980).

Vince per due anni consecutivi vince gli U.S. Open, ripetendo la stessa doppia vittoria a Wimbledon, diventando nel 1957 e 1958 la numero uno del ranking mondiale.

La sua carriera non è semplice né in discesa a causa dei pregiudizi razziali che deve sopportare. Gli alberghi non vogliono ospitarla quando viaggia per le sue competizioni, deve entrare in campo dalla porta di servizio e non può sostare negli spogliatoi.

Ma Althea non si arrende e fa la storia: è la prima tennista afroamericana a partecipare ai campionati nazionali degli Stati Uniti e la prima a vincere il torneo di Wimbledon.

Dovremo attendere 50 anni per vedere un'altra tennista nera scalare il podio mondiale: ci riuscirà Venus Williams, seguita dalla sorella Serena.

Althea si ritira dal mondo del tennis professionistico all'età di 31 anni e continua la sua sfida alla società razzista iniziando a giocare a golf, altro sport storicamente considerato "per bianchi". Nel 1971 si ritira definitivamente dal mondo sportivo.

Muore il 28 settembre del 2003, all'età di 76 anni, a East Orange. Noi non vogliamo dimenticare il suo coraggio, la sua forza e la sua carriera da tennista che ha cambiato la storia di questo sport.

Ci chiediamo, visti i fatti recenti negli Stati Uniti d'America, quanto ancora si dovrà lottare, quante vittime dovremo ancora piangere, perché la comunità afroamericana abbia gli stessi diritti e lo stesso trattamento di tutti gli altri cittadini.

 

Ho sempre voluto essere qualcuno. Se ce l'ho fatta, è metà perché ero abbastanza brava da sopportare molte punizioni lungo la strada e metà perché c'erano molte persone che si preoccupavano abbastanza per aiutarmi ". Althea Gibson