Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 15 settembre, la "casa degli ultrà" a Cosenza, sede del gruppo "ultrà Cosenza 1978 curva sud", ha subito un vero e proprio attacco - cosi lo hanno definito gli occupanti -  da parte di carabinieri e polizia locale.

Il mandante dell’operazione è stato il sindaco, in quota Forza Italia, Occhiuto. Il tentativo di sgombero della struttura è però fallito grazie alla pronta reazione di decine di ultrà e solidali accorsi sul posto per impedire che uno spazio di socialità e aggregazione venisse chiuso e lasciato nuovamente al degrado da cui era stato salvato.

In queste ore una delegazione della "casa degli ultrà" sta incontrando il primo cittadino per capire quali sono le intenzioni dell’amministrazione comunale. Da ieri sera continuano a presidiare lo spazio per impedire eventuali nuovi tentativi di sgombero.

A gennaio gli ultrà avevano rioccupato lo stabile, dopo che quest’ultimo erano tornato nelle mani dell’amministrazione cosentina. Infatti, nonostante le decine di migliaia gli euro spesi per riammodernare gli spazi e il campetto attiguo, le condizioni della struttura non sono mai migliorate e l’abbandono ha sempre caratterizzato l’intera zona.

All’inizio di quest’anno gli ultrà hanno quindi deciso di sottrarre gli spazi alle speculazioni economiche e “consegnarli” al quartiere.

All'interno della “casa degli ultrà” si sono sviluppati importanti progetti sociali rivolti alle classi popolari, alle persone in difficoltà economica, ed in particolare modo a bambini e giovanissimi che faticano a trovare luoghi di svago e aggregazione in una città che, come molte altre, ha subito pesanti tagli alle politiche sociali. Uno spazio aperto a tutti e tutte senza distinzioni di etnia o nazionalità, che ha fatto della lotta alle discriminazioni uno dei suoi valori fondanti.

Ci uniamo quindi al coro degli ultrà Cosenza 1978 nel chiedere che questo attacco venga fermato e ci auguriamo che la casa degli ultrà continui ad essere un luogo di aggregazione e socialità ancora per molto tempo.

 

Di seguito il comunicato degli ultrà Cosenza 1978 curva sud

 

“Quello che è successo ieri pomeriggio è una vergogna. A gennaio avevamo rioccupato gli spazi della Casa degli Ultrà dopo che questi ultimi erano tornati a essere di proprietà comunale. Dopo le migliaia di euro che erano state spese per i lavori di riammodernamento le condizioni dello stabile erano addirittura peggiorate. Precedentemente alla prima occupazione questo spazio rappresentava la CASA DEI DRAMMI SOCIALI. La Casa degli Ultrà era diventato uno dei più importanti centri di aggregazione giovanile della città. Dopo mesi di fatica per riqualificare l’edificio, il giorno della seconda occupazione, abbiamo ritrovato la zona nuovamente in condizioni di degrado, piena di siringhe, incendiata all’interno dell’edificio e con il gonfiabile del campetto distrutto. Su questo ultimo preme ancora sapere alla curva e al quartiere quale sia la sua attuale situazione dopo le diverse migliaia di euro spese.

Per la precisione 250.000 euro ai quali si aggiunge un ulteriore variante di 60.000 euro. Lavori iniziati da parte dell’amministrazione comunale e mai finiti. Durante la prima occupazione era un luogo in cui persone di ogni età, nazionalità e di ogni quartiere della città potevano giocare liberamente. E’ giusto togliere a loro la possibilita’ di giocare a tanti ragazzi al fine di sperperare fondi pubblici? Quello che ci delude e offende profondamente è l’atteggiamento del sindaco Mario Occhiuto, a maggior ragione dopo le precedenti interlocuzioni, un operazione militaristica come quella di ieri non ce l’aspettavamo.

DOPO IL LAVORO DI RIQUALIFICAZIONE E DI RESTITUZIONE ALLA CITTÀ DI QUESTO SPAZIO LA CURVA SUD E LA CITTÀ DI COSENZA MERITANO DI SAPERE QUALI SONO I MOTIVI DI QUESTO TENTATIVO DI SGOMBERO.

Vogliamo sapere a chi sarebbe destinato questo spazio consci del fatto che già il precedente progetto del comune si è rivelato un fallimento.

VOGLIAMO DELLE RISPOSTE E DELLE GARANZIE, NON PERMETTEREMO CHE QUESTO POSTO TORNI DINUOVO IN CONDIZIONI DI ABBANDONO.
LA CITTÀ È DI CHI LA VIVE!”