Zlatan Ibrahimovich

Oggi ho per la prima volta letto su un sito di informazione calcistica che i giocatori, così avvezzi a cambiare casacca rapidamente, sono di fatto dei “contractors”, dei mercenari.

Va così, dopotutto. Oggi Ibrahimovic per tutta la stampa nazionale è quello arrogante che non ha rispetto di nulla e pensa solo al tornaconto personale. Ma davvero, mi verrebbe da chiedere? E prima, quando ha giocato nella Juve, nell’Inter (la squadra per cui tifava da bambino!!!) e il Milan però non le sentivi dire certe cose. Oggi tutti a puntare il fucile contro di lui, ma è troppo facile. Ricordo che addirittura quando ha trattato a male parole una giornalista di SKY non è che ci fosse stata questa mobilitazione di firme per fargli notare che era stato diseducato. Anche quando faceva lo sbruffone in campo e persino dopo un pugno a Rossi del Bari c’era stata la levata di scudi. Oggi no. Oggi è solo un mercenario. Anzi, un contractor!

Fantastico, mi verrebbe da dire. Più che altro perché almeno così si toglie quel velo di ipocrisia verso coloro che quel mestiere lo fanno davvero e che non sono dei portatori di pace, anche se mostrano come si “muore da italiani..”.

Detto questo, l’altra questione che mi sembra da sottolineare è data dal fatto che il giorno in cui il calcio è cambiato ha una data precisa. Molto precisa. Giussy Farina è costretto a cedere il Milan per una pipa di tabacco e Berlusconi che gli affari li sa fare eccome, dopo averlo praticamente messo con le spalle al muro gli porta via il Milan. Lui, Silvio, la leggenda dice che fosse interista, ma questo poco importa. Da subito cambia le regole del gioco. Agnelli, l’avvocato, non il nipotino un po’ confuso che sotto la guida occulta di Giraudo fa finta di sapere fare il dirigente, non comprese subito che Berlusconi faceva sul serio, abituato com’era a dettare legge sia durante il campionato che nelle finestre di mercato. Ed è con Silvio che anche quello diventa spettacolo. Oggi esistono trasmissioni apposite che parlano solo di quello. Siti e blog che si occupano di mercato senza sosta. Tutto l’anno. E’ con la sua prima campagna acquisti che i sparigliano le carte. Acquista Dario Bonetti e il mitico capitano Di Bartolomei dalla Roma, compra Donadoni strappandolo alla Juve che doveva essere il naturale approdo per uno che esplode nell’Atalanta. Invece niente. A suon di miliardi di lire cambia il panorama, cambia il sistema. Cambia tutto. E il calcio non sarebbe stato più lo stesso, perché la competizione diventa ancora più forte visto che i vari Moratti, Tanzi, Cragnotti e c. investono montagne di miliardi, spesso non loro, a dire la verità, per cercare di arginare lo strapotere del Milan.

Quindi vedere oggi il Milan che vende i suoi pezzi migliori (uno come Thiago Silva mica lo sostituisci..) e che acquista solo parametri zero fa un po’ sensazione, non credete?