E' con la passione e l'amore che contraddistingue il nostro agire quotidiano, che abbiamo deciso di aderire alla campagna “we want to play” promossa da varie realtà popolari ed indipendenti. Crediamo sia necessario metterci in gioco in prima persona, nelle palestre e nei campi da gioco, in tutte le forme possibili, per contrastare quello che vediamo arrivarci come un montante senza possibilità di schivata. Crediamo che schivare e contrastare il D.L. Salvini e tutte le politiche che negano le libertà sia fondamentale.

Forse è necessario ribadire - ancora una volta - che per noi essere palestra popolare antirazzista significa ambire a un modello di sport libero ed accessibile per tutte e tutti, senza distinzione di età, razza, genere, status umanitario o di clandestino che sia. Nelle nostre palestre hanno la possibilità di crescere, giocare, lottare, combattere chiunque condivida i principi dell'antirazzismo, antisessismo e antifascismo Il D.L. Salvini avrà effetti devastanti su tutte le articolazioni del tessuto sociale, che si riverseranno anche nei confronti di chi utilizza lo sport non solo come atto personale, ma anche come pratica di integrazione.

Il decreto prevede l’esclusione dal registro anagrafico dei richiedenti asilo. L’articolo 13 infatti prevede che i richiedenti asilo non si possano iscrivere all'anagrafe e non possano di conseguenza accedere alla residenza, elemento fondamentale per il tesseramento dell’atleta. Vengono raddoppiati i tempi di attesa per l’ottenimento della cittadinanza e viene aumentato il costo per la richiesta. Saranno tantissimi i ragazzini e le ragazzine di seconda generazione che non potranno giocare in un campionato federale e saranno parecchi gli atleti costretto ad abbandonare addirittura la nazionale. L’Articolo 20 prevede un’estensione del Daspo Sportivo; tale estensione conferisce al questore il potere di proibire l’accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive anche a soggetti denunciati a piede libero o destinatari di una condanna non definitiva.

Si vedono già alcuni effetti nelle nostre palestre, dove molti ragazzi che arrivano da percorsi di accoglienza sono in situazioni con poco margine di superamento del problema: alcuni stanno per essere estromessi dai percorsi di accoglienza causa diniego del permesso, altri sono seguiti da strutture che perderanno qualsiasi finanziamento che permette loro di poter frequentare una palestra popolare, poiché molte cooperative saranno in difficoltà nella gestione dell'emergenza clandestini che di fatto il d.l. Salvini comporterà. Siamo parte di quei percorsi che fanno della lotta al razzismo, della solidarietà un'arma dalla quale generare pratiche di riappropriazione dei diritti fondamentali. Siamo parte dei 100mila uomini e donne che a Roma sotto l'hastag #indivisibili hanno determinato la possibilità di smuovere qualcosa di buono in questo paese. Siamo parte di quei circuiti di sport popolare che si riconoscono in tutto ciò.

Crediamo sia fondamentale aprire un percorso che si ponga degli obbiettivi praticabili, dentro e fuori le nostre palestre. Dobbiamo aprire un percorso per fare in modo che tutti e tutte abbiano diritto gratuito alle visite mediche sportive. Troppo spesso il pagamento della visita comporta il fatto che essa non venga fatta. Dobbiamo ribadire a gran voce che nessuno verrà mai allontanato dalle nostre palestre per la mancanza di un documento in regola. Lo sport ha sempre avuto la capacità e la forza di andare oltre ogni barriera e confine, e crediamo fermamente che così dev'essere e così sarà! Con ogni mezzo necessario, prendiamo il razzismo a calci e pugni!

Palestra Independiente - Vicenza

Palestra popolare Galeano - Padova

Palestra popolare Hurricane - Treviso

Palestra popolare Rivolta - Marghera