La domenica è il giorno per antonomasia dedicato al pallone. Da un pò di tempo però il calcio moderno basato soltanto su profitto e televisioni ci ha tolto la bellezza della "domenica calcistica". Soltanto Calcio Romantico poteva restituire la bellezza della domenica dedicata al modo del pallone. Da novembre, ogni seconda domenica del mese la redazione "romantica" in collaborazione con Lautoradio e Radio Sherwood propone una nuova trasmissione radio di approfondimento sportivo: "La fascia sinistra". In questa seconda puntata si parla di calcio femminile.

Ascolta la puntata n°2 de La Fascia Sinistra: Appunti per un discorso sul calcio femminile

Inoltre, riprendiamo dal sito di "Calcio Romantico" l'articolo: SERIE A FEMMINILE, QUESTIONE DI SVILUPPO PROFESSIONALE. Buon ascolto e buona lettura.

Con un breve avviso sabato 10 ottobre 2009 la Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio Emilia annuncia sul suo sito che la Serie A di calcio femminile sta ripartendo e che chi non potrà recarsi allo stadio Mirabello alle 14 potrà comunque vedere la sfida tra Reggiana e Torino «in diretta sul digitale terrestre RaiSport Più». Quasi dieci anni fa (e si potrebbe andare ancor più indietro nel tempo) RaiSport nel suo palinsesto dava dello spazio al massimo campionato femminile e alla Nazionale, in chiaro, cosa che ha continuato a fare anche successivamente.

Eppure quando a settembre 2018 arriva la notizia che Sky ha acquisito i diritti per la stagione ai nastri di partenza anche un sito dedicato come calciodonne esulta, perché «finalmente si inizia a fare sul serio». Infatti, per la prima volta, è stata la FIGC e non la LND a prendersi carico dell’organizzazione delle competizioni nazionali femminili e, di conseguenza, anche del bando per l’assegnazione dei diritti audiovisivi. Sì, ma perché esultare quando un contenuto, già di per sé di nicchia, va a finire su una tv a pagamento?
Questione di «sviluppo professionale del calcio femminile», anche se, prevede sempre calciodonne, «andrà a discapito delle piccole realtà» come la loro. Un punto di vista che risente della poca professionalità con cui finora anche partner storici come la Rai si sono rivolti al il calcio femminile. Vediamo perché.

Favorevoli, contrari o semplicemente in attesa di esprimere giudizi definitivi, dobbiamo ammettere che il momento dell’acquisizione da parte della Juventus FC della ASD Cuneo Femminile -estate 2017- ha segnato un punto di non ritorno per tutto il movimento, molto più dell’arrivo della Fiorentina (estate 2015) o del Sassuolo (estate 2016)[1], tra le prime società professionistiche a recepire quali erano le intenzioni della FIGC a lungo termine[2], sollecitata probabilmente dall’UEFA che già nel 2010 aveva fatto partire un Programma di Sviluppo del Calcio Femminile ricco di finanziamenti.
La stagione 2017/18 aveva, dunque, un appeal ben diverso dalle precedenti e si sarebbe rivelata anche molto emozionante, tra qualificazione della Nazionale ai Mondiali di Francia e finale di campionato deciso al fotofinish tra la Juventus Women e la ACF Brescia, che ha resistito fino all’ultimo, nonostante avesse ceduto proprio alle bianconere molte delle sue giocatrici più forti nel corso del mercato estivo. Raisport si era impegnata a trasmettere un match in diretta per giornata, ma aveva aggiunto come clausola la possibilità di mandarlo in differita per esigenze televisive: la applichi una, due volte, poi qualcuno si arrabbia. Così, quando nel febbraio 2018 il match tra il Tavagnacco e le bresciane va in differita, il presidente delle lombarde sbotta. E se poi l’ambiente pensa che con Raisport il calcio femminile non avrà mai un vero «sviluppo professionale» come dargli torto? Senza poi contare che il main sponsor del campionato portato da Tavecchio, la pasticceria I Dolci Sapori, l’equivalente di Tim per la Serie A per intenderci, era fallito a neanche due mesi dal suo inizio…

Ma veniamo alla Serie A di quest’anno. Oltre ai tre club già citati, anche Milan (che ha rilevato il titolo sportivo delle vicecampionesse in carica della ACF Brescia), Roma, Verona, Chievo e Atalanta hanno le loro sezioni femminili rappresentate nel massimo campionato. In pratica solo Florentia, Orobica, Pink Bari e la ormai storica Tavagnacco (nata nel 1989 e vincitrice di due Coppe Italia) sono squadre non legate a club professionistici maschili e solo Chievo e Atalanta hanno lasciato nella ragione sociale il riferimento alla società che hanno rilevato, Valpolicella e Mozzanica rispettivamente. Le controparti femminili di Empoli, Inter, Genoa, Ravenna e Lazio sono in B e, di fatto, solo quest’ultima può vantare un rapporto pluriennale con il club maschile.[3] C’è la netta sensazione che in capo a qualche anno la Serie A femminile diventerà un terreno di confronto alternativo per i grandi club del calcio al maschile, che chiaramente, anche per questioni di brand, non avranno voglia di veder legato il proprio nome a un sodalizio non all’altezza.
Puntare sul calcio femminile sembra, dunque, una scommessa con buone probabilità di vincita. Deve aver pensato questo Sky e così, a partire da questa stagione, si giocano cinque partite di A il sabato pomeriggio ore 15, una delle quali va in diretta sulla piattaforma satellitare, e una la domenica alle 12:30. Da notare che il canale che ospita il posticipo è lo stesso che offre Diretta Gol alle 15 (o, meglio, quello che ne resta) e che la partita di A maschile della domenica alle 12:30 la manda in onda DAZN. Come se Sky pensasse che a lungo andare un Milan-Juventus versione femminile potrà rivaleggiare con un Frosinone-Empoli maschile.

La considerazione con cui, però, vogliamo concludere è questa. Si parla di sviluppo e di ascesa del calcio femminile e si parte ripercorrendo in pratica quanto si era fatto con il massimo campionato machile nella stagione 1993/94. Eppure il tanto vituperato “spezzatino”, che oggi spalma la Serie A dei maschi in tre giorni e non prevede che si giochino più di tre partite in contemporanea, è diretto discendente con l’invenzione del posticipo di Tele+.
Sponsor, brand, finanziarizzazione, tivvù. Il percorso appena iniziato sembra riflettere l’impossibilità di concepire un modello di sviluppo diverso.

Federico

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[1] La Fiorentina Women ha rilevato i dirittti della ASD Firenze e alla seconda stagione si è laureata campione d’Italia; ha vinche anche due Coppe Italia (2017 e 2018) e una Supecoppa (2018). Il Sassuolo ha rilevato la Reggiana, in quel momento in B, e ha subito ottenuto la promozione in Serie A
[2] Dal 2015/16 la FIGC ha introdotto una norma che invitava i club a tesserare almeno venti giocatrici Under 12 per ottenere la Licenza Nazionale, necessaria per iscriversi alla A maschile. Nel 2016/17 il numero di Under 12 è stato elevato a quaranta ed è stato inserito l’obbligo di formare una squadra Giovanissime o, in alternativa, di apparentarsi con una società di calcio femminile affiliata alla F.I.G.C. partecipante ai Campionati di Serie A o di Serie B, acquisendone il titolo sportivo o, ancora, di concludere accordi di licenza, per l’utilizzo della denominazione (se la squadra ha sede nella stessa provincia)
[3] Della Polisportiva S.S. Lazio nel 1975 entrò a far parte la Lazio Lubiam, attiva dal 1969. In quaranta anni la Lazio ha vinto cinque titoli e quattro Coppe Italia, poi nel 2015 il titolo è stato ceduto alla S.S. Lazio e, quindi, adesso è ufficialmente la sezione femminile del club maschile e non una sezione come le altre della polisportiva